Bernardo Mattarella padre della Costituzione? Vomito

Che Benigni sia un leccapiedi di palazzo, si sa.

Che abbia riscritto la storia facendo liberare Auschwitz dagli americani anziché dai sovietici, “perché così si prendono gli Oscar” – disse Mario Monicelli – anche questo è oramai acquisito. 

Che a Sanremo dimentichi Palmiro Togliatti e Pietro Nenni, mentre ovviamente assegni a De Gasperi il primo posto tra gli artefici della Costituzione, anche questo è coerente con il personaggio. 

Così come non ci stupisce che citi l’articolo 11 della Costituzione… per giustificare l’invio delle armi in guerra. 

Anche in questo è interprete del potere. E citare l’oppressione del fascismo senza accennare alla Resistenza, anche questo ci sta nel revisionismo meloniano oggi dominante. 

E non dimentichiamo che, come cantore della Costituzione più bella del mondo, Benigni esaltò la sua riscrittura da parte di Renzi! 

Ma che ora egli arrivi a presentare Bernardo Mattarella come padre della Costituzione, questo secondo me va oltre anche a quanto richiesto ad un comico di governo. 

Bernardo Mattarella era un boss democristiano di destra, che tutto il mondo democratico accusò di legami con la mafia. 

Il comunista Pio La Torre, assassinato dalla mafia nel 1982, nella Commissione Parlamentare AntiMafia del 1976, fece propria questa denuncia. Io credo a Pio La Torre non a Benigni. 

Il giudizio sull’operato di Sergio Mattarella non ha nulla a che vedere con quello su suo padre Bernardo; Benigni questo passaggio vergognoso poteva risparmiarselo e il suo discorso sarebbe stato ugualmente gradito e elogiato da tutto il regime. 

Ma invece ha voluto strafare per libidine di servilismo, contando sul continuo stravolgimento della realtà e della storia cui è sottoposto il nostro paese. 

Vomito.