Caso Palmeri – Perquisite le abitazioni dei figli e della compagna

Armando Palmeri

L’odierna  perquisizione delle abitazioni dei figli e della compagna dell’ex collaboratore di giustizia Armando Palmeri, scaturisce dal procedimento nei confronti dell’ex primario dell’ospedale di Alcamo,  Lauria Baldassare, a seguito delle dichiarazioni rese dal Palmeri in merito a rapporti intrattenuti dal boss Vincenzo Milazzo, ex capo mandamento di Alcamo con soggetti dei servizi segreti “deviati”, incontrati in più circostanze nel periodo antecedente le stragi del ’92.

Il 17 marzo, pochi giorni prima che si recasse a deporre dai pm di Caltanissetta che avrebbero dovuto sentirlo nell’ambito delle indagini sui fatti avvenuti durante le stragi di mafia, il corpo senza vita dell’ex collaboratore è stato rinvenuto all’interno di una villetta di contrada Bosco alla Falconeria, in una strada tra Alcamo e Partinico, in provincia di Palermo.

Avrebbe dovuto testimoniare il 20 marzo a Caltanissetta,  ma tramite il suo legale, Luigi Ferrone, aveva chiesto di comparire in videoconferenza perché temeva per la propria incolumità e per quella dei suoi famigliari.

Benchè fosse uscito da tempo dal programma di protezione, i suoi verbali erano stati depositati nel processo contro Matteo Messina Denaro, condannato  per le stragi del ‘92 a Capaci e in via D’Amelio.

Palmeri aveva riferito che tra il gennaio del 1992 e sino pochi giorni prima del suo omicidio, il Milazzo aveva preso parte a tre incontri con esponenti dei servizi segreti deviati accompagnati in queste occasioni dal primario dell’ospedale di Alcamo Baldassarre Lauria, divenuto successivamente parlamentare nel 1996 con il partito di Forza Italia.

L’ex collaboratore di giustizia – che aveva anche  lamentato di essere stato sovraesposto nel corso di interviste con dichiarazioni non veritiere in merito a una sua collaborazione mirata alla cattura di Matteo Messina Denaro – aveva dichiarato ai magistrati di Caltanissetta di aver scritto, nel 2017, dei memoriali nei quali erano riportati i nomi di soggetti coinvolti negli incontri da lui narrati, dichiarandosi disposto a fornirli,  facendo però al contempo presente di avere timore per lui e per la sua famiglia.

A seguito dell’avvenuto decesso del Palmeri, non avendo lo stesso provveduto a consegnare all’autorità giudiziaria il memoriale che avrebbe occultato, la Procura della Repubblica di Caltanissetta ha disposto la perquisizione delle abitazioni dei figli di Palmeri e della compagna, al fine di rinvenire e sequestrare tutto l’eventuale materiale pertinente alle indagini, la cui acquisizione si ritiene indispensabile a riscontro del dichiarato del collaboratore di giustizia a dimostrazione dei predetti contatti e rapporti con esponenti mafiosi e degli apparati di Sicurezza.

I famigliari, assistiti dall’avv. Alessandra Maria Delrio hanno aperto le porte alla procura di Caltanissetta, confermando la disponibilità del De Cuius a collaborare con gli inquirenti. Nulla di occulto si nascondeva e si nasconde tra le mura dei famigliari, estranei alle vicende giudiziarie del prossimo congiunto. Ci si augura che le Procure vogliano fare luce sugli anni bui delle stragi, come auspicava il Palmeri“.

Gian J. Morici