La johnson sapeva tutto

Secondo le accuse, i vertici di Johnson & Johnson sarebbero stati a conoscenza da almeno vent’anni della presenza di tracce di amianto nel suo borotalco, uno dei prodotti più venduti dalla multinazionale e destinato anche ai bambini, nonché in alcuni prodotti cosmetici. Adesso, propone una composizione: “Risolverà in modo equo ed efficiente tutti i contenziosi”. Questa la frase del comunicato della casa farmaceutica americana che più colpisce. Può essere equa una somma di denaro per quanto alta per compensare una vita, anzi più vite? Noi pensiamo di no, e sottolineiamo pure che per il colosso farmaceutico statunitense gli 8,9 miliardi di dollari di risarcimento, da destinare alle 38.000 persone che hanno fatto causa all’azienda – per lo più donne a cui l’amianto presente nel talco aveva provocato il cancro alle ovaie – sono ancora pochi rispetto ai ricavi pari a 23,312 miliardi di dollari del solo secondo semestre del 2021, di cui dava conto MilanoFinanza il 21 luglio di quell’anno (un boom di utili dovuto essenzialmente alla produzione e successiva commercializzazione del vaccino anti-Covid della sua controllata Janssen). L’accordo proposto dalla compagnia con sede in New Jersey deve, ora, essere vagliato dal tribunale competente. Nell’ottobre del 2021, Johnson & Johnson ha creato una controllata, LTL Management, a cui ha ceduto le cause legate al talco e poi ne ha dichiarato la bancarotta, sospendendo le azioni legali. Una mossa diabolica, che sembra anche un’ammissione di colpa.