Sparatoria a Palma, a processo col “vizio di mente”

Il Tribunale di Agrigento ha rinviato a giudizio il palmese Angelo Incardona. Ha sparato contro i genitori e poi ha ucciso un uomo. Lo psichiatra: “Del tutto incapace di intendere e di volere”.

Angelo Incardona

Lo psichiatra Armando Inguaggiato, dell’Ordine dei Medici di Trapani, ha visitato Angelo Incardona, 44 anni, di Palma di Montechiaro, e ha poi relazionato: “Il signor Incardona, quando ha sparato contro i genitori ferendoli e poi contro un uomo uccidendolo, è stato del tutto incapace di intendere e di volere. La sentenza sarebbe scontata: “non doversi procedere per totale infermità di mente”. Tuttavia, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Stefano Zammuto, che ha incaricato il perito Inguaggiato, ha ritenuto utile o quanto meno necessario un approfondimento dibattimentale a processo, e ha rinviato a giudizio Incardona. Prima udienza il 12 luglio innanzi alla Corte d’Assise di Agrigento, che gli contesterà i reati di omicidio aggravato, lesioni personali e porto illegale di arma clandestina. I familiari della vittima si costituiranno parte civile tramite l’avvocato Calogero Meli. Incardona è difeso dall’avvocato Calogero Li Calzi. 

Angelo Incardona

Il 10 febbraio del 2022 Angelo Incardona è stato trasferito nel carcere “Di Lorenzo” ad Agrigento da una gazzella dei Carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, dove lui, Incardona, si è recato insieme alla moglie, in automobile, da Palma di Montechiaro, per confessare quanto commesso. Lui è stato persuaso da lei a costituirsi. Lui avrebbe ucciso e tentato di uccidere con una pistola Beretta 92 Fs con matricola abrasa, che ha consegnato ai Carabinieri, appena giunto in caserma. Angelo Incardona forse avrebbe premeditato il suo piano sanguinoso, a meno che non abbia agito d’impeto, abbagliato dal corto circuito della mente e per cause inscrutabili. Ha iniziato sparando contro i genitori, scampati miracolosamente a colpi mortali. Giuseppe Incardona, 66 anni, e Alfonsa Ingiaimo, 61 anni, hanno subito fratture agli arti superiori, lei ad un braccio, lui ad un dito. 

Lillo Saito

Poi lui, Incardona, ha raggiunto la sua terza vittima designata, forse perché già a conoscenza di dove fosse, oppure l’ha incontrata casualmente e si è accanito forse perchè fomentato da un’espressione minacciosa del malcapitato. Lillo Saito, un imprenditore di 65 anni, socio di un’azienda che produce gelati, è stato a piedi, in cammino, verso la sua automobile, una Chevrolet Captiva, posteggiata in piazza Provenzani, innanzi al Palazzo Ducale. Appena lui è entrato a bordo, Angelo Incardona gli ha sparato 12 pistolettate. Poi Angelo Incardona è rientrato a casa. Poi le manette ad Agrigento. Incardona è stato circa due ore sotto interrogatorio. E ha risposto evasivo: “E’ una vecchia storia di mafia”.

Teleacras Angelo Ruoppolo