Racalmuto e la gestione dei servizi pubblici locali

Oggi, approfittando della chiusura della scuola dove lavoro, per l’allerta meteo, sono stato l’intera mattinata al Comune di Racalmuto per capire cosa sta succedendo riguardo alla cattiva e costosissima gestione dei servizi pubblici locali. Per quanto attiene la scottante materia dei rifiuti è come pensavo io: ad ottobre faranno un’ulteriore proroga del costo di quasi due milioni di euro in un anno. Uno scandalo!
Ho parlato con i consiglieri comunali che ho casualmente incontrato, ossia Antonio Lauricella e Valentina Zucchetto, e col ragioniere del Comune Salvatore Sardo Viscuglia, nonché con altri funzionari pubblici.
Le loro risposte non sono state molto soddisfacenti. Della serie: ci abbiamo provato a cambiare qualcosa in meglio, ma non ci siamo riusciti.
Di gestione in house: manco a parlarne.
Mi hanno confermato che si sperperano oltre 600 mila euro l’anno di solo nolo mezzi, quando con questa cifra si possono comprare dei mezzi nuovi ogni anno che, tra l’altro, potrebbero essere acquistati usufruendo di finanziamenti pubblici, senza gravare sui cittadini di Racalmuto.
Il centro comunale di raccolta dei rifiuti differenziati è abbandonato da anni.
Giova ricordare che era costato un milione e mezzo di euro e che era stato finanziato interamente con fondi pubblici e che lo avevo inaugurato a maggio del 2011.
In esso c’erano e, forse ci sono ancora, cassoni scarrabili, presse per diminuire i volumi dei rifiuti, trituratori ed altre attrezzature, oltre che i mezzi di trasporto per il conferimento dei rifiuti, selezionati dai cittadini. Oggi se parliamo di raccolta differenziata a Racalmuto cadiamo dalle nuvole! Anzi, il sindaco minaccia i cittadini di multarli perché la percentuale di raccolta differenziata si è notevolmente abbassata. Senza che nessuno spiega ai cittadini che per tale tipologia di raccolta si sperperano altre centinaia di migliaia di euro l’anno. Si tratta di costi a perdere, senza alcun rientro economico per il Comune. Per quanto attiene il personale, la relativa spesa è l’unica del tutto giustificabile. I dipendenti impiegati sono nove ed il costo ammonta a meno di 400 mila euro, a fronte di quasi due milioni di euro preventivati quest’anno per l’intero servizio. Ovviamente le ditte che gestiscono l’intero ciclo dei rifiuti a Racalmuto agitano lo spauracchio del loro licenziamento, nel caso in cui si passi alla cosiddetta gestione in house.
Ma anche questo è un falso problema perché i nove dipendenti verrebbero assorbiti, per legge, dalla nuova società pubblica, come hanno già fatto in molti comuni siciliani.
Oggi abbiamo parlato anche del condono relativo a tutte le tasse comunali, comprese le bollette dei rifiuti, la vecchia ICI e L’IMU, che prevede l’annullamento delle cartelle esattoriali al di sotto di mille euro che si riferiscono agli anni fino al 2015. I consiglieri comunali che ho incontrato non sanno bene sul da farsi, visto che già entro il 31 marzo scorso avrebbero potuto provvedere in tal senso, ma non l’hanno fatto.
Il 17 maggio ci sarà per quanto riguarda il condono un’altra ulteriore ed importante novità: verrà pubblicata la conversione in legge dei decreti ministeriali con cui si riaprono i termini, per consentire l’adesione alla cosiddetta rottamazione quater da parte dei Comuni che non l’hanno fatto sinora, oltre che di Province e Regioni.
Il dramma del Comune di Racalmuto è che come si suole dire in Sicilia i nostri amministratori, dal 2012 ad oggi, ‘piersiru li mula e vannu circannu li capistra’. In altri termini, fuor di metafora: si sperperano non meno di un milione di euro l’anno, solo con i rifiuti, ed oltre 500 mila euro l’anno con l’energia elettrica e la pubblica illuminazione, quando si sarebbe potuto fare ricorso, già da tempo, alla produzione di energia da fonti rinnovabili, con i pannelli solari che potevano essere installati grazie ai tre milioni di euro di finanziamento da me ottenuto nel 2011, a cui il Comune ha inspiegabilmente rinunciato. In questo caso si sarebbe trattato di un risparmio netto per il Comune di non meno di 5 milioni di euro in dieci anni.
Il colmo è che poi non si vuole aderire al condono, al fine di recuperare pochi spiccioli, qualche centinaio di migliaia di euro di debiti, contratti dai cittadini col Comune. Cittadini che non hanno potuto pagare perché spremuti sino al midollo, con ICI-IMU alle stelle e tassa per i rifiuti dagli importi triplicati oltre che fatta pagare anche per le case disabitate. Il risultato è che dal 2012 ad oggi ci hanno imposto un costo davvero abnorme, dei servizi di pulizia e smaltimento dei rifiuti, e la cui media annuale è di oltre un milione e 600 mila euro, sperperando nel tempo qualcosa come non meno di 7/8 milioni di euro. A cui, come detto, bisogna aggiungere gli oltre 5 milioni di euro bruciati, per avere rinunciato al già citato finanziamento di tre milioni di euro di pannelli solari, continuando, in maniera inopinata, a pagare, lo ribadiamo, un costo di oltre mezzo milione di euro l’anno per energia elettrica, riscaldamento e pubblica illuminazione che poteva essere totalmente abbattuto.
Queste sono le cifre del disastro economico-gestionale di un Comune che nel 2007 pagava poco più di 400 mila euro l’anno per la gestione dei rifiuti e che ora paga quasi il quadruplo per gli stessi servizi.
A Racalmuto più di qualcosa non quadra.
Soprattutto le ingentissime somme in più che hanno ‘allegramente’ sperperato e che gravano sui cittadini, da oltre un decennio, costretti a pagare, e ci riferiamo solo alle bollette dei rifiuti, delle tariffe che sono le più care d’Italia: più del doppio della media nazionale.
Con la presente intendo lanciare un appello al sindaco, agli assessori ed a tutti i consiglieri comunali affinché spieghino, pubblicamente, così come prevede la normativa vigente, anche attraverso la pubblicazione dei dati sui rifiuti nel sito dell’ARERA, l’autorità nazionale di controllo di gestione dei servizi pubblici, cosa li ha spinti, ad esempio, a consentire questa scellerata gestione dei rifiuti, visto che ormai da anni, nella maggior parte dei comuni siciliani, la situazione è radicalmente mutata, sia per quanto riguarda la qualità dei servizi, sia per quanto attiene l’ammontare delle bollette, i cui importi sono di gran lunga inferiori a quelli del Comune di Racalmuto.

Salvatore Petrotto