Nicola Morra. Anni fa, parecchi, un collega che ho poi conosciuto e stimato assai, mi invitò a ripensare all’insegnamento di Sciascia, ed in particolare allo Sciascia di “Todo modo”.
Sono stato a leggerlo nuovamente dopo decenni, e mi ha colpito il giudizio che poi il maestro elementare di Racalmuto diede del film tratto da Elio Petri dal capolavoro sciasciano.
Se tutti quanti ci immergessimo nella lettura e nella riflessione di quanto scritto da Sciascia, capiremmo che affidarci a uomini e stili in qualche modo impregnati della vecchia DC è una colpa bella e buona.
E purtroppo questa nostra Repubblica, pur nascendo antifascista, è poi diventata democristiana. E lo è stata nel ventre più profondo, nelle viscere.
Questo è il giudizio di Sciascia sul film: “Todo modo è un film pasoliniano, nel senso che il processo che Pasolini voleva e non poté intentare alla classe dirigente democristiana oggi è Petri a farlo.
Ed è un processo che suona come un’esecuzione…
Non esiste una Democrazia Cristiana migliore che si distingua da quella peggiore, un Moro che si distingua in meglio rispetto a un Fanfani.
Esiste una sola Democrazia Cristiana con la quale il popolo italiano deve decidersi a fare definitivamente e radicalmente i conti”.
Oggi chi proviene da quella tradizione partitica e comunque ne ha mutuato modi, atteggiamenti, ipocrisie, è ai vertici di tante istituzioni, di tante organizzazioni. E gli italiani, o meglio i calabresi, i trentini, i marchigiani e via dicendo, i conti li hanno tenuti aperti.
Purtroppo.