A Perugia si indaga su dossieraggi e sul potere occulto dell’antimafia di palazzo

 La mafia e l’antimafia. Adesso sono troppi i buchi neri

Dossier, veleni e spie. La struttura parallela dentro l’Antimafia cresciuta a dismisura col grillino De Raho

La stampa alleata antimafia tace. Come se avesse vergogna

Come è potuto accadere che la Dna, la Procura nazionale antimafia voluta da Giovanni Falcone per combattere Cosa Nostra, diventasse il crocevia di una attività criminale di dossieraggio e di manovre giornalistiche? È questa la domanda che bisogna porsi davanti alla indagine della procura di Perugia che ha portato alla luce centinaia di accessi abusivi alle banche dati per confezionare veleni e scoop. Come è potuto accadere che l’antimafia di potere sia diventata un’arma per colpire avversari e gente che cerca solo la verità? Tante le inchieste su questi misteri

Chi c’è dietro i dossieraggi abusivi e illegali dell’antimafia, si muove il Copasir
Il finanziere distaccato alla Dna ha agito da solo? Su mandato di chi? Sono molti i punti da chiarire sull’indagine di Perugia. Ma anche sulla fuga di notizie finite dritte dritte su Corriere e Repubblica, proprio come accadde con il Palamaragate

Spionaggio antimafia: perché chiunque può cadere nella rete

Politici s e personaggi pubblici spiati, quei dati provenienti dal sistema bancario che ha l’obbligo di segnalare le “operazioni sospette” aggravano le responsabilità di chi ha messo insieme quei dossier. Un metodo che somiglia molto a quello siciliano di Antonello Montante. Guarda caso, anche questa volta i politici di sinistra non vengono toccati. E poi parlano male di Putin

Fare piena luce: è quello che chiedono tutti i partiti in merito all’inchiesta di Perugia su possibili dossieraggi abusivi a carico di politici, esponenti istituzionali e personaggi noti. Già una richiesta di un’informativa del governo è arrivata da Pd, M5s, Italia Viva. Le domande a cui l’indagine condotta dal Procuratore capo Raffaele Cantone deve dare risposte sono molte. Parallelamente, a chiarire i molti punti oscuri di questa vicenda, ci penserà anche il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, organismo presieduto da Lorenzo Guerini del Partito democratico.

Innanzitutto, come ha scritto colui che ha fatto partire l’inchiesta con una sua denuncia, il Ministro della Difesa Guido Crosetto, in una lettera al Corriere della Sera, bisogna chiedersi: “Possiamo convivere con il sospetto che persone, dentro lo Stato, lavorino per minarne le istituzioni? È giusto continuare a far finta di nulla quando si vedono pubblicati atti di indagini in corso che, tra l’altro, gettano schizzi di fango inaccettabili su istituzioni serie come la Dna?”. Eh già, bisognerà prima capire se il finanziere che fu distaccato alla Procura nazionale Antimafia ha agito contra legem, e poi se eventualmente ha operato da solo o insieme ad altri, su mandato di chi, se esiste o meno una struttura eversiva all’interno delle nostre istituzioni.

 

Fonte: MSN- UNITA’