Ancora scintille tra il sindaco di Taormina e il performer che aveva imbrattato con simbolici fallici i manifesti del suo spettacolo in città
C’è un’altra puntata nella saga nello scontro tra il sindaco di Taormina Cateno De Luca e il performer Angelo Duro, reo di aver imbrattato con dei simboli fallici i manifesti che pubblicizzavano il proprio spettacolo al Teatro Greco. Ma più che per questa iniziativa lungo il corso di Taormina, firmata appunto dal dissacrante artista palermitano, il sindaco De Luca è rimasto stupito per alcune frasi riferite al Teatro Greco. Cioè all’icona della città amata e descritta da Goethe, dai viaggiatori colti dei secoli scorsi. Teatro apprezzato da tutti, ma da Angelo Duro definito, sembra, «quei quattro sassi». Addirittura, chiosa De Luca, riportando i virgolettati rimbalzati fra social e cronache, «nobilitati dalla sua presenza». Ma ha parlato davvero di «quattro sassi» per un prezioso bene archeologico dove sarebbe andato «per dare un po’ di dignità a quel teatro. Che poi teatro, ma quale teatro. Sono quattro pietre ormai, e me lo chiamano pure teatro. ‘Sti scemi. Quattro sassi…».
Difficile trovare conferma diretta perché lo scudo di protezione alzato dall’artista è davvero duro. Al telefono risponde la moglie che rinvia «all’ufficio stampa» dando nome e numero di una professionista che assicura di avere scritto una nota per amicizia, ma di non occuparsi direttamente del caso.Così resta anche il dubbio sulla ricostruzione di De Luca, convinto che il giovane artista abbia imbrattato i muri «con simboli hard simili a quelli disegnati sulle T-shirt di un furgone-bottega bloccato dagli stessi vigili urbani mandati per elevare tre multe da duecento euro ciascuna, il massimo che si poteva fare».