Definì capomafia Franco Mormina di Scicli, il Procuratore di Ragusa D’Anna ha impugnato la sentenza di assoluzione del giornalista Borrometi e chiede alla Corte d’Appello di Catania di condannarlo

Ragusa. Il procuratore della Repubblica di Ragusa Fabio D’Anna ha impugnato la sentenza dal Tribunale del capoluogo ibleo in composizione monocratica di assoluzione del giornalista Paolo Borrometi, 36 anni, residente a Modica in Via Medaglia d’Oro, dal reato di diffamazione a mezzo stampa nei confronti di tale Franco Mormina, definendolo in due articoli pubblicati sul sito “laspia.it” il capomafia di Scicli e un mafioso, nonostante quest’ultimo fosse stato assolto con ampia formula dal reato di cui all’articolo 416 bis dalla Corte d’Appello di Catania che lo aveva condannato per furto di benzina.
Secondo il procuratore D’Anna il giudice monocratico del Tribunale di Ragusa ha commesso un grave errore nell’aver riconosciuto al Borrometi l’esimente del diritto di cronaca e di aver collocato i due articoli diffamatori nella categoria del “giornalismo di denuncia”, poiché “vive da parecchi anni sotto scorta”, senza tener conto che l’esimente del diritto di cronaca non può essere riconosciuta ai cronisti di giudiziaria che non dimostrano di avere svolto le opportune verifiche a riscontro delle affermazioni scritte negli articoli pubblicati e risultati diffamatori per i soggetti tirati in ballo. Ebbene Borrometi non ha svolto alcuna ricerca sul conto della persona offesa di Scicli perché, se l’avesse fatta come viene richiesto a tutti i giornalisti e non solo a quelli della cerchia del “giornalismo di denunzia” e a quelli che si attribuiscono l’etichetta di “giornalista antimafia”, avrebbe sicuramente saputo dell’assoluzione del signor Franco Mormina, così come avrebbe scoperto che la sua “preda” non risultava indagato né per mafia né dell’aggravante del metodo mafioso.
Secondo l’opinione del procuratore D’Anna il Borrometi ha offeso e denigrato l’onorabilità della persona offesa definendola in un articolo “il capomafia di Scicli” ha inaugurato una sala scommesse in città”, articolo pubblicato l’1 dicembre 2018, e nel secondo riportando una frase del senatore Mario Giarrusso, componente della Commissione nazionale Antimafia, secondo il quale non si doveva permettere a un mafioso di inaugurare un circolo ricreativo. L’ex senatore, deponendo in aula, ha addirittura detto che la Commissione Antimafia aveva preso di mira il signor Franco Mormina ed aveva genericamente parlato di informazioni acquisite dalle relazioni della Dia e della Procura nazionale antimafia senza specificare quali notizie avesse acquisito sul conto del signor Mormina, inducendo il procuratore D’Anna a bollare come fumose le sue dichiarazioni. Certa è una cosa: dagli accertamenti espletati dalla Procura della Repubblica di Ragusa l’unico volta che il signor Franco Mormina è stato indagato per associazione a delinquere do stampo mafioso risale al 2014, ma con la sentenza del 27 luglio 2018 la persona offesa è stata riabilitata e non è stata più indagata per mafia.
Il procuratore D’Anna ha chiesto alla Corte d’Appello di Catania di riformare la sentenza del Got di Ragusa e di condannare Paolo Borrometi alla pena che chiederà il Pubblico Ministero d’udienza.
Oltre al capo della Procura della Repubblica di Ragusa la sentenza è stata appellata anche dal difensore del signor Franco Mormina, avvocato Michele Savarese.

Diario1984