Al ministro Centinaio: sblocchi i pagamenti per gli agricoltori siciliani, fissi un prezzo minimo di vendita del grano ed impedisca l’ingresso in Italia di frumento cancerogeno

L’Unione Europea impone politiche di rigore allo Stato italiano, costringendolo a tagliare i fondi alle Regioni, alle Province (che ormai da tempo sono state lasciate senza risorse), ai Comuni ed a tutti quanti gli enti preposti alla tutela ed all’incentivazione dei settori economico-produttivi.

I precedenti governi nazionali hanno trascurato gli agricoltori, lasciando in eredità al nuovo esecutivo grillino-leghista una situazione esplosiva.

Il nuovo Ministro delle Politiche agricole e alimentari, Gian Marco Centinaio, farebbe bene ad intervenire per dire come stanno le cose.

In Sicilia, per esempio, la situazione è esplosiva, per varie ragioni.

In primo luogo per l’alto numero di agricoltori coinvolti nei mancati pagamenti delle agevolazioni finanziarie.

I ritardi di tali pagamenti superano anche i 3 anni, col rischio di fare fallire migliaia di aziende agricole.

Altra questione da affrontare, immediatamente, mentre sta per terminare la campagna di raccolta del grano, è quella relativa al suo prezzo di vendita che è davvero irrisorio. Esso si aggira attorno ai 15 centesimi a chilo, quando sono necessari oltre 25 centesimi per produrlo.

Bisogna anche contrastare, con maggiore energia, l’ingresso di navi cariche di grano proveniente dall’estero. Si tratta di frumento contaminato, a causa del massiccio utilizzo, nella fase di produzione e di trasporto, di sostanze cancerogene.

Bisogna scongiurare il definitivo tracollo economico delle aziende agricole siciliane;

ma anche tutelare la vita dei consumatori, ignari di mangiare pane, pasta ed ogni altro cibo prodotto con farine avvelenate provenienti da Paesi stranieri.

Salvatore Petrotto