“Sistema Montante”: l’indagata Mariagrazia Brandara è ancora Presidente IAS SPA. Scandaloso!

 

CLAMOROSO: GOVERNO REGIONALE, IRSAP, CONSORZIO ASI DI SIRACUSA E SOCI AZIONISTI IAS NON INTERVENGONO E LA SIGNORA BRANDARA RIMANE ANCORA PRESIDENTE!

Mariagrazia Brandara dal 2016 è presidente di IAS SPA (industria acqua siracusana), la tanto famigerata società partecipata mista (pubblica e privata) che gestisce l’imponente impianto di depurazione di proprietà del Consorzio ASI di Siracusa a servizio del Polo del Petrolchimico di Priolo (il più grande d’Europa), società da sempre al centro di ingenti interessi, sfrenati clientelismi e da alcuni anni per diversi fatti sotto i riflettori di diverse Procure della Sicilia. 

Il depuratore di Priolo è definito il “pozzo nero” dei veleni delle industrie del petrolchimico. Un inquinamento atmosferico devastante per la salute pubblica, probabilmente maggiore a quello provocato dagli impianti petrolchimici. Tossicità e patologie tumorali che potrebbero essere correlate alle molestie olfattive provocate, anche, dalle disfunzioni degli impianti di depurazione e di deodorizzazione gestiti da IAS. 

La Procura della Repubblica di Siracusa da almeno due anni sta conducendo più filoni d’indagine per accertare le responsabilità del veleno che si respira nell’area industriale di Priolo. Uno di questi filoni d’indagine riguarda proprio il depuratore gestito da IAS.

Nel frattempo la Brandara – com’è noto – il 16 maggio scorso è stata raggiunta da un pesantissimo avviso di garanzia disposto dalla DDA della Procura di Caltanissetta nell’ambito dell’imponente inchiesta “Double Face” eseguita dalla Squadra Mobile di Caltanissetta. Sebbene coinvolta “mani e piedi” nel “sistema Montante”, come emerge a tutto tondo nelle emblematiche e schiaccianti intercettazioni ambientali del 25 ottobre 2015 (in cui venivano registrati durante un viaggio in macchina gli inquietanti dialoghi tra Montante, Brandara e Mariella Lo Bello a quel tempo assessore regionale), la Brandara rimane ancora attaccata alla poltrona di presidente di IAS.

Cosa attendono ancora l’assessore regionale alle attività produttive Mimmo Turano, il commissario dell’IRSAP Giovanni Perino (stretto collaboratore di Turano), il commissario del Consorzio ASI di Siracusa Dario Castrovinci (ente proprietario del 65% delle quote azionarie di IAS), il consiglio di amministrazione e l’assemblea dei soci di IAS, i sindaci dei Comuni di Priolo e Melilli (altri soci pubblici IAS) ed i colossi petroliferi Esso, Isab, Sasol, Versalis etc. (soci privati IAS), ognuno per la loro parte, a destituire la Brandara dal ruolo di Presidente di IAS?

Anche i deputati regionali non trovano tempo e modo per presentare interrogazioni, interpellanze, mozioni, per sollevare questo ulteriore scandalo a “cielo aperto”? Per gli inquilini di Palazzo dei Normanni (di maggioranza e d’opposizione) la signora Mariagrazia Brandara, pienamente coinvolta nell’inchiesta giudiziaria che ha “arrestato” il pericoloso “sistema Montante”, può e deve rimanere ancora presidente di IAS?

Inoltre, sono sempre più insistenti le voci sulle illegittimità relative all’elezione della Brandara a Presidente di IAS, avvenuta nel novembre del 2016 (poi rieletta nell’ottobre del 2017), e sulle opacità e anomalie che hanno caratterizzato le continue e scandalose proroghe autorizzate da diversi anni da IRSAP in favore di IAS per la gestione dell’impianto di depurazione. Tutto ciò non interessa a nessun organo politico e burocratico di controllo e di vigilanza della Regione Siciliana? Nessuna ispezione, nessuna verifica, nessun atto di censura e di segnalazione da inoltrare alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti? Niente di niente, tutto liscio come l’olio!

E’ bene ricordare che la Brandara – in quel periodo commissario straordinario dell’IRSAP – nell’assemblea dei soci dell’11 novembre 2016 veniva eletta per la prima volta presidente di IAS grazie al voto decisivo dell’ing. Carmelo Viavattene delegato illegittimamente dalla medesima Brandara a rappresentare l’IRSAP, sebbene il proprietario delle quote azionarie era (e lo è tutt’oggi!) il Consorzio ASI di Siracusa in liquidazione. In buona sostanza, la Brandara veniva eletta illegittimamente con i voti decisivi espressi dal rappresentante dell’IRSAP, Viavattene, che nulla aveva a che fare ed a che vedere con IAS SPA.

E’ chiarissimo ed inequivocabile che – per gli effetti dell’articolo n.19 della legge regionale n. 8/2016 entrato in vigore nel maggio del 2016 – l’unico soggetto legittimato a partecipare e ad esprimere il voto nell’assemblea dei soci IAS doveva essere il commissario del Consorzio ASI di Siracusa, l’avv. Dario Castrovinci, soggetto che – difatti – aveva partecipato operativamente nella precedente assemblea del 7 ottobre 2016. Evidentemente, dopo un mese Castrovinci non era più buono, neanche simpatico e neppure bello!

Ma v’è di più. Sono ormai diventate delle vere “oscenità” le continue proroghe illegittime concesse – da diversi anni – dall’IRSAP (ente peraltro non proprietario dell’impianto) in favore di IAS SPA per la gestione dell’impianto di depurazione.

Infatti, la scadenza della convenzione per la gestione è scaduta il 31.12.2015 e – in esecuzione ad una direttiva illegittima disposta nel dicembre del 2015 dalla Brandara (a quel tempo commissario ad acta dell’IRSAP) – sono state concesse proroghe su proroghe in favore di IAS sino all’ultima proroga che scade il 31.12.2018, omettendo l’espletamento delle procedure di bando ad evidenza pubblica così come impone categoricamente la legge.

L’IRSAP, autorizzando le numerose ed ingiustificate proroghe in favore di IAS, oltre a sostituirsi illegittimamente al vero proprietario dell’impianto di depurazione ovvero il Consorzio ASI di Siracusa in liquidazione, ad oggi ha fatto trascorrere immotivatamente oltre 2 anni e mezzo di tempo dalla data di scadenza della convenzione, fissata il 31.12.2015, non procedendo alla pubblicazione del bando ad evidenza pubblica.

La giustificazione principale – scritta senza alcun imbarazzo in “copia e incolla” negli atti di proroga disposti in questi anni da IRSAP in favore di IAS SPA – è un’autentica “opera d’arte”: IAS non ha trasmesso a IRSAP la documentazione necessaria per l’espletamento di una procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento del servizio di gestione dell’impianto di depurazione. Le altre giustificazioni, altrettanto strumentali, sono delle vere delizie di “alta specializzazione amministrativa” che ostacolano – comunque – l’espletamento della procedura ad evidenza pubblica.

Dall’ottobre del 2015 all’agosto del 2016 chi era il commissario ad acta dell’IRSAP? Dall’agosto del 2016 all’agosto del 2017 chi era il commissario straordinario dell’IRSAP? Dal novembre del 2016 ad oggi chi è il presidente di IAS? Un solo nome (facile facile): Mariagrazia Brandara, oggi pesantemente indagata nell’ambito dell’inchiesta “Double Face”.

Chi ha fatto perdere ad oggi oltre due anni e mezzo di tempo – beatamente trascorso da proroghe in proroghe in favore di IAS disposte a seguito dalla direttiva illegittima della Brandara del dicembre 2015 – per trasmettere la documentazione  inerente l’espletamento di una procedura ad evidenza pubblica?

Per gli opportuni approfondimenti – aggiornati al 24 novembre 2017 – è consigliabile leggere un articolo pubblicato nel blog anticorruzione themisemetis.com, dal titolo <<Depuratore Priolo: conflitto d’interesse e gestione fuorilegge>>, a firma di Francesca Scoleri, https://www.themisemetis.com/corruzione/depuratore-priolo-conflitto-interesse-gestione-fuorilegge/1288/, in cui vengono descritte in modo chiaro e puntuale le fasi essenziali delle “proroghe fuori legge” autorizzate da IRSAP sino al 31 marzo 2018.  

E’ proprio il caso ricordare ai distratti rappresentanti del Governo Regionale, dell’IRSAP, del Consorzio ASI di Siracusa e dei Soci azionisti pubblici e privati di IAS SPA, che l’attuale presidente di IAS, Mariagrazia Brandara – come già detto – è pesantemente coinvolta nell’operazione condotta dalla DDA della Procura di Caltanissetta “Double Faceed eseguita dalla Squadra Mobile nissena, un’inchiesta epocale e salutare per la democrazia e la legalità del nostro Paese che ha disarticolato un radicato e pericolosissimo “sistema criminale” che – per oltre 15 anni – aveva condizionato ed infettato vaste aree istituzionali, politiche, imprenditoriali e dell’informazione della Sicilia e anche di mezz’Italia.

La DDA nissena – si ricorda – ha scoperchiato un “sistema”, il cosiddetto “sistema Montante”, ideato, organizzato e posto in essere – sin dai primi anni 2000 – dal Cavaliere Antonio Calogero Montante (detto Antonello) di Serradifalco, dallo scorso 18 maggio detenuto nel Carcere Malaspina di Caltanissetta, e sino poco tempo fa paladino dell’antimafia (fasulla), esponente di “primo piano” di Confindustria Nazionale con delega alla legalità, presidente di Confindustria Sicilia, presidente di Unioncamere Sicilia, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, presidente di EICMA (esposizione internazionale dei motocicli) ed ex presidente di altro ancora.

Montante è accusato, tra le molteplici e gravissime condotte criminali, di aver creato una rete illegale per spiare le indagini a suo carico: tra gli indagati figura anche l’ex presidente del Senato Renato Schifani, accusato di aver rivelato notizie riservate. Insieme a Montante, tradotto in carcere dopo qualche giorno trascorso ai domiciliari ad inquinare le prove a suo carico, sono finiti agli arresti domiciliari anche il colonnello dei carabinieri Giuseppe D’Agata (colonnello dei carabinieri in forza nei servizi segreti, ex capocentro DIA di Palermo), Diego Di Simone (responsabile sicurezza di Confindustria, ex sostituto commissario della squadra mobile di Palermo), Marco De Angelis (sostituto commissario di polizia prima a Palermo poi alla prefettura di Milano), Ettore Orfanello (ufficiale della guardia di finanza, ex comandante del nucleo di polizia tributaria di Caltanissetta), Giuseppe Graceffa (vice sovrintendente di polizia a Palermo, sospeso dal servizio per un anno) e infine l’imprenditore Massimo Romano, (conociuto ai più come il RE dei supermercati con oltre 80 punti vendita in Sicilia, strettamente legato a Montante ancora prima dall’avvio nei primi anni 2000 dell’antimafia fasulla targata Confindustria Sicilia).

Della rete farebbero parte anche altri esponenti di “primo piano” delle forze dell’ordine e dei servizi segreti: tra gli indagati anche Arturo Esposito (generale dei carabinieri, ex capo dei servizi segreti), Andrea Grassi (funzionario dello SCO della polizia da poco nominato questore di Vibo Valentia), Andrea Cavacece (capo reparto AISI agenzia informazioni e sicurezza interna dello Stato), Gianfranco Ardizzone (ex comandante provinciale della Guardia di finanza di Caltanissetta e poi capocentro della DIA nissena), Mario Sanfilippo (sottoufficiale polizia tributaria guardia di finanza di Caltanissetta), Letterio Romeo (colonnello dei carabinieri e dirigente DIA di Messina, ex comandante del reparto operativo dei carabinieri di Caltanissetta), Angelo Cuva (docente di diritto tributario all’università di Palermo), Maurizio Bernava (ex segretario confederale della Cisl), Andrea e Salvatore Calì (titolari di un’azienda che avrebbe effettuato bonifiche negli uffici di Montante), Carlo La Rotonda (direttore di Rete Impresa di Confindustria, ex direttore Confindustria Centro-Sicilia) e Vincenzo Mistretta (noto strettissimo collaboratore di Montante).

Alla prima si aggiunge una nuova inchiesta che ipotizza che Montante sia al centro di due associazioni a delinquere: la prima finalizzata alla corruzione di esponenti delle forze dell’ordine per carpire notizie riservate sulle indagini; la seconda per corrompere esponenti della politica con l’obiettivo di razzolare fondi pubblici.

Nella seconda inchiesta sono stati raggiunti da pesantissimi avvisi di garanzia Mariagrazia Brandara (attuale presidente di IAS SPA, ex commissario straordinario dell’IRSAP, ex commissario straordinario del Comune di Licata, ex capo della segreteria particolare dell’assessore regionale Mariella Lo Bello), Giuseppe Catanzaro (presidente di Confindustria Sicilia poi autospesosi, noto e potentissimo imprenditore nel settore dei rifiuti), l’ex presidente della regione siciliana Rosario Crocetta (accusato di  associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al finanziamento illecito), Linda Vancheri e Mariella Lo Bello  (ex assessori regionali alle attività produttive),  Alessandro Ferrara (sino a qualche mese fa dirigente generale del dipartimento regionale delle attività produttive) ed i noti e facoltosi imprenditori Rosario Amarù (gelese, settore meccanica), Totò Navarra (nisseno, settore pulizie) e Carmelo Turco (gelese, settore costruzioni edili).

Ulteriori avvisi di garanzia sono stati notificati anche ad Alessandro Pilato e Carmelo Carbone, noti commercialisti nisseni (accusati di falso in bilancio) ed a Carmelina Gairdina e Rosetta Cangialosi, strettissime collaboratrici di Montante (accusate di favoreggiamento).

Malgrado la pericolosità del “sistema Montante, i vertici della Regione Siciliana, dell’IRSAP, del Consorzio ASI di Siracusa ed i Soci azionisti di IAS SPA, permettono ancora all’indagata Mariagrazia Brandara (fidatissima di Montante) di rimanere comodamente e scandalosamente seduta nella poltrona di presidente di IAS SPA. Perché???