Mentre in Italia la politica continua a muoversi dentro una specie di campo minato in cui salta in aria chiunque, non ultimo il ministro dell’Interno Matteo Salvini, va in stampa il libro di Mauro Mellini dal nostalgico titolo ‘C’era una volta Montecitorio’.
L’autore è un avvocato, un fine giurista ed editorialista, nonché ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura ed ex parlamentare nazionale, dal 1976 al 1992.
Sino allo scoppio di Mani pulite Mellini è stato un testimone scomodo di quella che si è poi rivelata una vera e propria deriva giustizialista. Erano i tempi in cui si suonava la campana a morto di una politica che diventava totalmente succube del potere giudiziario. Secondo Mellini l’unica vera organizzazione partitica che riusciva allora a sopravvivere, a Tangentopoli ed a Mafiopoli, era quel ‘Partito dei magistrati’ che è anche il titolo di un suo libro pubblicato nel 2011 dal coraggioso editore Bonfirraro di Barafranca, in provincia di Enna.
Era dai tempi di Leonardo Sciascia che non si prendevano di petto certe questioni. Nessuna grande casa editrice in Italia s’è l’è sentita ad oggi di divulgare questo genere di preziosi punti di vista riguardo ad «una funzione dello Stato che si erge a partito e che come partito opera e si muove nella vita politica e sociale». Il bersaglio privilegiato di Mellini, ieri come oggi, è sempre stato quella «giustizia deviata» che è uscita dal recinto delle sue funzioni e si è data al pascolo abusivo in terreni che non le competono.
Anche per pubblicare ‘C’era una volta Montecitorio’ ci sta pensando Bonfirraro che, badate bene, non è solo una sperduta casa editrice di una delle più desolate province d’Italia, ma è qualcosa di più. E’ forse l’ultima frontiera oltre la quale c’è il baratro dell’oscurantismo e la paranoia del pensiero unico.
C’era una volta il West, C’era una volta in America e c’è ancora Mauro Mellini, che riesce non solo a mettere in luce la patologia di un sistema di potere, quello giudiziario, ma a fornirci una lucida analisi della vita parlamentare degli ultimi lustri della Prima Repubblica, descrivendone luci ed ombre e rilevando i sintomi della crisi provocata dall’attacco eversivo di Mani Pulite.
Cosa potremo leggere in ‘C’era una volta Montecitorio’?
Atmosfera, situazione, andazzi. E personaggi (ne sono evocati circa 120 tra quelli di grande rilievo ai “peones”, degli esponenti di partiti alle macchiette). E drammi e commedie.
Il libro non pretende di essere un libro di storia, ma è storia e contiene anche notizie poco note e poco meditate.
Ecco la dedica:
Ai Colleghi Deputati che in quegli anni come me vissero quelle esperienze. Alla memoria di Quelli di Loro scomparsi e con fraterno invito ai vivi, tutti a non sottrarsi al ricordo ed all’orgoglio di quegli eventi cui al paragone, possono oggi esser fieri di aver avuto parte.
Questo è l’indice:
Introduzione
Cap. 1 E mi ritrovai Deputato
Cap. 2 Come cani in Chiesa
Cap. 3 Protagonisti, Comparse, Macchiette
Cap. 4 Caballeros, Peones, Stars, Scaldabanchi
Cap. 5 Le professioni, i trascorsi, le culture
Cap. 6 Vita da cani
Cap. 7 Sicurezza, paura, scorte
Cap. 8 L’assillo delle raccomandazioni
Cap. 9 Interrogazioni al vento
Cap. 10 Sui sofà del Transatlantico
Cap. 11 Questioni di soldi
Cap. 12 Tra preti e cappuccini
Cap. 13 Io e Andreotti