Napoli. Arrestato il super boss Marco Di Lauro. Un duro colpo alla camorra e Messina Denaro quando?

il latitante e boss dell’omonimo clan Marco Di Lauro è stato arrestato dopo anni di severe indagini.Un ottimo lavoro degli inquirenti napoletani

Grazie ad un’operazione congiunta dei carabinieri, della polizia e della guardia di finanza. Il boss è stato scovato a Chiaiano, a pochi chilometri dalla roccaforte della storica cosca di Secondigliano di cui lui era l’erede al trono. Le forze dell’ordine sono intervenute a via Emilio Scaglione. Insieme a lui c’era la compagna. Un modus operandi che dimostra quanto sia importante il lavoro d’intelligence tra le forze di Polizia che nell’assoluto silenzio mediatico hanno preso un pesce grosso della malavita . Adesso tocca a Matteo Messina Denaro che, nonostante anni di terra bruciata e centinaia di arresti continua ad essere libero. L’esempio di Napoli dimostra che i boss che contano non si allontanano dal territorio ma che prenderli occorre un lavoro di squadra dove, un piccolo errore manda all’aria anni di indagini. Una strategia silenziosa , durata anni e nel buio mediatico.Forse qualche inquirente siciliano dovrebbe riflettere sull’operazione di Napoli e prendere spunto che il clamore mediatico spesso non serve per prendere i boss

La latitanza
Di Lauro, 38 anni, figlio del fondatore della cosca Paolo alias “Ciruzzo o’ milionario”, era considerato il reggente del clan ed era latitante dal 7 dicembre 2004. In quell’occasione riuscì a sfuggire alle manette nel corso di un blitz che decapitò il clan all’indomani della cosiddetta faida di Scampia. Faceva parte dell’elenco dei trenta ricercati più pericolosi d’Italia, la stessa lista in cui è presente il boss della mafia, Matteo Messina Denaro. Veniva definito dagli investigatori “F4”, il quarto figlio del fondatore della cosca.

La accuse

Dal 17 novembre 2006 era ricercato anche a livello internazionale per associazione mafiosa. Con questa accusa è stato arrestato e dovrà scontare una condanna definitiva a dieci anni di carcere. Di Lauro è stato anche coinvolto nell’omicidio di Attilio Romanò, vittima innocente della camorra, e ritenuto il mandante del delitto avvenuto nel corso della faida per la scissione degli Amato-Pagano dal clan. Per questa accusa è stato condannato in primo e in secondo grado ma la sentenza è stata annullata con rinvio in Cassazione e il processo verrà rifatto dinanzi a un’altra sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli. Un’altra ordinanza di custodia cautelare l’ha ricevuta per traffico internazionale di stupefacenti tra Napoli e la Spagna

 

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