Elezioni comunali in Sicilia: cresce la Lega, avanti il centrodestra, in calo i grillini, irrilevante il PD

L’accelerazione polemica anti-leghista da parte della vecchia politica siciliana sta provocando, paradossalmente, un aumento dei consensi per la Lega di Salvini. Ormai ‘bolliti’ i grillini dopo le devastanti scelte antimeridionali adottate da Luigi Di Maio in quasi un anno di Governo nazionale. Il centrodestra avanza, ma venendo meno i fattori locali molti voti di questa parte politica andranno alla Lega. E il PD? Ormai è un partito ‘fantasma’…

I risultati delle elezioni comunali in Sicilia che riguardano 34 Comuni (uno solo il capoluogo di provincia al voto: Caltanissetta) li leggerete sugli altri giornali. Gli elementi che noi vogliamo sottolineare in questo nostro articolo sono due: il dato generale e i possibili risvolti politici ed elettorali in vista delle elezioni europee previste tra meno di un mese.

Il primo dato importante è il calo dell’affluenza al voto. E questa è la vera novità, perché, di solito, le elezioni comunali riescono a calamitare tanti elettori, anche in forza di questioni locali che finiscono con il prevalere sui fatti politici regionali e nazionali.

Invece, questa volta, con la sola eccezione di Gela, tanti siciliani non sono andati a votare. Il perché è tutto sommato spiegabile: l’unica forza politica che, negli ultimi anni, è riuscita a trascinare al voto gli elettori che, ormai, non credono più nella politica è stato il Movimento 5 Stelle.

Ma i grillini, com’era nelle previsioni, sono andati ancora una volta giù. Nella vicenda siciliana, con molta probabilità, ha avuto un certo peso la delusione dei siciliani verso un Movimento politico che il 4 marzo 2018, alle elezioni politiche, ha fatto il pieno di voti, ma poi ha abbandonato il Mezzogiorno.

Per il Movimento 5 Stelle il segnale che arriva dalle elezioni comunali siciliane è molto negativo. E’ probabile che la stessa cosa si ripeta alle elezioni europee.

Non è difficile individuare i due gravissimi errori politici compiuti dai grillini oggi al Governo dell’Italia.

Il primo errore è stato quello di aver puntato tutto sul Reddito di cittadinanza. In Sicilia e, in generale, nel Sud non ci sono solo disoccupati: ci sono anche problemi economici e sociali che il Movimento 5 Stelle ha sottovalutato e, in alcuni casi, ignorato.

I grillini hanno sottovalutato gli effetti nefasti delle decisioni assunte sull’ILVA a Taranto e sulla TAP nel Salento. Non è facile capire perché, a freddo, il Ministro e vice premier, Luigi Di Maio, abbia deciso di tradire gli elettori di Taranto e del Salento.

I grillini si erano impegnati con gli elettori di Taranto a chiudere l’acciaieria dell’ILVA; ma una volta al Governo si sono rimangiati tale impegno.

Idem nel Salento: si erano impegnati a bloccare la TAP, il gasdotto che sventrerà la costa del Salento, distruggendo migliaia di alberi di ulivo secolari. Ma si sono rimangiati anche questo impegno.

In questa vicenda Di Maio si sta comportando peggio di un esponente della vecchia politica: invece di raccontare come stanno le cose – se, ad esempio, ci sono state pressioni internazionali e nazionali su ILVA e TAP – si è fatto sbugiardare in diretta. Così sulla rete è finito il video in cui viene fuori la pessima figura fatta a Taranto dai grillini. Un disastro, perché si tratta di un esempio negativo in tutto il Sud.

Non meno disastrosa la brutta figura fatta con gli agricoltori del Sud. Sembra incredibile, ma il blocco dei provvedimenti presentati a sostegno dell’agricoltura del Sud dal senatore Saverio De Bonis sono stati ‘bocciati’, lo scorso dicembre, in sede di discussione della manovra economica e finanziaria nazionale, dal Movimento 5 Stelle (e, in particolare, da qualche senatore siciliano).

Noi questa storia l’abbiamo raccontata riportando una dichiarazione di Cosimo Gioia (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).

Chiuso il capitolo grillini apriamo il capitolo Lega di Salvini in Sicilia. Siamo i primi a segnalare l’assurdità di un voto siciliano ai leghisti. Ma abbiamo anche cercato di illustrare il perché tanti siciliani, oggi, votano Lega: lo fanno per protesta, molto probabilmente, se avessero a disposizione un partito del Sud o un partito siciliano non voterebbero la Lega di Salvini (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).

Oggi molti elettori siciliani – e in questo hanno ragione – si rifiutano di votare PD e Forza Italia e guardano con delusione ai grillini, che come abbiamo accennato hanno tradito il Sud: così votano Lega.

Il voto ai leghisti, in Sicilia, potrebbe crescere alle elezioni europee. Perché? Perché venendo a mancare il collante che tiene assieme gli elettori ai candidati locali – fattore tipico delle elezioni comunali – gli stessi elettori siciliani, alle elezioni europee, potrebbero sentirsi liberi di esprimere un voto di protesta, che oggi non va più ai grillini, ma alla Lega di Salvini. 

I dati elettorali delle elezioni comunali segnalano un’avanzata del centrodestra. Ma, in questo caso, il dato è molto falsato. Intanto va detto che in alcuni Comuni la vecchia politica – centrodestra e centrosinistra – si è coalizzata contro la Lega e contro i grillini.

I dati elettorali che riguardano i sindaci vanno scorporati. Venendo meno il già citato fattore locale, alle elezioni europee molti elettori siciliani che alle elezioni comunali hanno votato per i candidati di centrodestra potrebbero votare per la Lega.

Non è affatto vero che i candidati di Forza Italia alle elezioni europee sono forti. Sono forti, questo sì, gli interessi, anche economici, che ci stanno dietro.

Ma ricordiamo che la vecchia politica siciliana, alle elezioni europee, si muove ormai su un crinale temerario e molto rischioso, se non pericoloso.

E’ inutile nascondersi dietro l’ipocrisia: sappiamo tutti quali sono i ‘metodi’ con i quali gli esponenti della vecchia politica siciliana – in testa i cosiddetti ‘impresentabili’, che in parte sono ancora ‘piedi piedi’ – raccolgono il consenso.

Ma già alle ultime elezioni regionali si sono aperte le prime ‘crepe’: chi cercava voti in quel quartiere, chi in quel paese… Le indagini, in alcuni casi, sono state archiviate. Ma il ‘gioco’ è stato scoperto. Come si dice dalle nostre parti, ‘i scarpi addivintaru stritti… 

Il centrosinistra, infine. Uno schieramento politico che, ormai, in Sicilia, o si nasconde dietro le liste civiche, o prova a ‘galleggiare’ chiudendo accordi con il centrodestra. In questo marasma il PD sembra avviarsi verso la scomparsa. E questo è un fatto politico positivo, per due motivazioni: una nazionale e una regionale.

A livello nazionale il renzismo è sconfitto, ma non è stato debellato. Renzi è giovane e non vuole mollare la presa. E gli effetti della sua presenza si avvertono ancora, se è vero che questo partito non si è ancora liberato dal liberismo economico e dal legame con la vecchia Unione europea dell’euro.

A livello siciliano il renzismo è sempre l’elemento dominante in questo partito, dove i grandi appalti (si pensi al Tram di Palermo) e i migranti hanno la precedenza su tutto quello che interessa la nostra Isola, dall’agricoltura all’artigianato, dalla gestione del territorio alla questione ecologica.

Tra l’altro, nel centrosinistra siciliano non soffia nemmeno una brezza di rinnovamento: le facce sono sempre le stesse: quelli che stavano con Bersani e poi con Renzi oggi si presentano sotto le ali di Zingaretti. Il tutto con un segretario regionale – Davide Faraone – che tiene la gestione del PD siciliano ancorata al renzismo vecchia maniera.

Questo spiega perché il simbolo del PD va scomparendo dalla Sicilia: perché i primi ad rendersi conto, ‘psicanaliticamente’, del proprio ‘non essere’ sono proprio gli attuali dirigenti di questo partito ormai ‘fantasma’…

 

Si è concluso il turno elettorale per le Amministrative anche nell’Agrigentino dove cinque sono stati i Comuni al voto, tutti sotto i 15mila abitanti e, quindi, senza l’eventualità di ricorrere al ballottaggio di domenica 12 maggio.

Ad Alessandra della Rocca è sindaco Giovanna Bubello, con il 76,91%.

Caltabellotta è sindaco Calogero Cattano, con il 56,37%.

Racalmuto è sindaco Vincenzo Maniglia, con 1431 voti, poi Cinzia Leone 1260 voti, poi Emilio Messana, sindaco uscente, con 1.047 voti, e poi Salvatore Petrotto con 917 preferenze.

Naro è sindaco Maria Grazia Brandara, con una percentuale intorno al 35%.

Ed a Santa Elisabetta è sindaco Mimmo Gueli, con una percentuale intorno al 60%.

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