Presentato ad Agrigento il libro di Petrotto IL SISTEMA MONTANTE

È stato un incontro che ha riservato momenti di intensa partecipazione del pubblico presente, quello che si è tennuto ieri pomeriggio, 21 maggio, al circolo Empedocleo di Agrigento, nel corso del quale è stato presentato il libro ‘IL SISTEMA MONTANTE’ di Salvatore Petrotto.

A coordinare i lavori c’era il direttore di TVA, Arturo Cantella, mentre l’introduzione è stata curata dall’avv. Stefano Catuara che ha subito posto l’accento sulla necessità di dare man forte a degli uffici giudiziari che a breve saranno chiamati a pronunciarsi anche riguardo ad ulteriori inchieste sempre relative al ‘Sistema Montante’. L’avv.ssa Rossella Giannone ed a seguire il sindacalista Manlio Cardella e l’avv. Gaetano Airò, hanno sollevato una serie di questioni tuttora irrisolte. Hanno sottolineato i numerosi e perduranti silenzi, le connivenze e le complicità di Confindustria nazionale e di alcuni apparati dello Stato. Assordanti sono i silenzi anche dell’intero mondo politico e della stampa che conta, se si eccettuano il giornale La Repubblica, La Sicilia e Report. Ma i silenzi che hanno colpito di più, ad esempio, il segretario nazionale del sindacato Confael, Manlio Cardella, sono quelli delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL che, assieme ai vertici di Confindustria Sicilia, oggi alla sbarra, sono andati a braccetto per troppi e lunghi anni, contribuendo a causare degli inalcolabili danni a numerose imprese siciliane, falcidiate a colpi di interdittive antimafia pilotate da Montante che condizionava tutte le prefetture siciliane. ‘Non basta sollevare dai loro incarichi i prefetti collusi con Montante’ – ha sottolineato Cardella – ma bisogna cambiare tutti quanti i responsabili degli apparati burocratico-amministrativi di tutte le prefetture. Mi aspettavo’ – ha continuato Cardella – ‘che i sindacati e le associazioni datoriali manifestassero la loro accorata solidarietà a favore dei magistrati nisseni, possibilmente sotto il palazzo di giustizia di Caltanissetta. Si sarebbe trattato di un bel gesto, per dar forza ai giudici che hanno svelato le trame eversive di questo perverso sistema che ha distrutto l’economia dell’Isola, cancellando centinaia di migliaia di posti di lavoro. Ed invece niente, tutti muti ed acquattati, attenti a non essere tirati in ballo’.

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