Caso Palamara: quando i magistrati si comportano come i politici. L’inchiesta a Perugia si allarga

Palamara si autosospende dall’Anm.  

Caso Palamara, Spina si dimette dal Csm. Che chiede le carte dell’inchiesta a Perugia: plenum straordinario il 4 giugno. L’inchiesta apre un intrigato squarcio per la corsa alla successione a Pignatone ex procuratore capo a Roma

Magistrati indagati, intercettato con Palamara anche un pm dell’Antimafia

Si tratta di Cesare Sirignano, stimato investigatore che si è occupato anche di camorra. Non poteva sapere che il collega fosse intercettato perché indagato per corruzione dalla procura di Perugia. Anche perché Palamara è l’ex presidente dell’Anm e leader della sua stessa corrente, Unicost

Primo passo formale del Consiglio superiore della magistratura sulle indagini a carico dell’ex presidente. dell’Anm e sul magistrato, entrambi della corrente Unicost: “Confronto a tutela di tutta la categoria”. La corrente chiede un passo indietro ai due mentre l’Anm si esprime su altri due consiglieri Csm (non indagati) che avrebbero incontrato i deputati Pd Lotti e Ferri: “Gli accadimenti e le frequentazioni riferiti dagli organi di stampa, sotto il profilo etico e deontologico, costituiscono una grave violazione”

Dei tentativi di delegittimazione di Paolo Ielo, procuratore aggiunto di Roma, tra l’altro, sarebbero stati informati o deputati del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri vicini ai renziani

IN DUE PAROLE IL CASINO TRA TOGHE A ROMA: LA CORRENTE DI MAGISTRATURA DEMOCRATICA (SINISTRA) NON DESIDERAVA L’ARRIVO ALLA PROCURA DI MARCELLO VIOLA (TENDENZA COSIMO MARIA FERRI), CHE AVREBBE AVUTO PALAMARA COME PROCURATORE AGGIUNTO. COLPENDO LUI, SALTA ANCHE VIOLA – IL DOPO-PIGNATONE RISCHIA DI TRAVOLGERE TUTTO IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA- 

Le manovre per la nomine che volevano screditare l’aggiunto Ielo

Si indaga adesso anche su varie dinamiche che , secondo gli inquirenti dovevano orientare le nomine di Roma e Perugia. Si sta verificando anche il retroscena della possibile nomina anche del procuratore di Firenze (che è stato per diversi anni a Trapani), Viola 

Il trojan installato nel cellulare di Luca Palamara ha intercettato anche la voce di un pm della Direzione nazionale antimafia. Si tratta – come racconta il Corriere della Sera – di Cesare Sirignano, già pm a Napoli molto stimato per il suo lavoro contro la camorra. Non poteva sapere che il collega fosse intercettato perché indagato per corruzione dalla procura di Perugia. Anche perché Palamara è l’ex presidente dell’Anm e leader di Unicost, la stessa corrente di Sirignano.
Il 7 maggio scorso Palamara parla con Sirignano. Nel decreto di perquisizione eseguito dalla guardia di finanza giovedì 30 maggio gli investigatori scrivono che “l’argomento è l’individuazione di un candidato da appoggiare da parte di Luca Palamara per l’incarico di procuratore di Perugia”. “Ma io non c’ ho nessuno a Perugia… zero”, dice il pm sotto indagine che “si informa su uno dei tanti candidati, consociuto ed in contatto con il suo interlocutore”. “Nel prosieguo del dialogo si comprende che, secondo il citato collega, Palamara non avrebbe alternative (per problemi e logiche di correnti qui irrilevanti) se non ‘appoggiare’ il candidato di cui parlano e a quel punto l’indagato chiede: Chi glielo dice che deva fare quella cosa lì”. E “a seguito di chiarimenti, infine chiarisce: ‘Deve aprire un procedimento penale su Ielo…cioè stiamo a parlà di questo…non lo farà mai”.  Anche il Governo Conte adesso ci vuole vedere chiaro su quella che sembra essere la notte buia della magistratura italiana. Come è corretto per qualsiasi indagato è prematuro dare giudizi. 

LA NOMINA

La settimana prossima il plenum dovrà decidere se il successore di Giuseppe Pignatone debba essere il procuratore generale Marcello Viola, candidato da Magistratura indipendente in nome della discontinuità rispetto alla gestione Pignatone, come chiarito in commissione incarichi direttivi del Consiglio, dove l’attuale procuratore generale di Firenze ha ottenuto la maggioranza dei voti (quattro). A un altro tipo di gestione ha fatto riferimento, in un’intervista, anche il segretario di Mi Angelantonio Racanelli, ragione per la quale Magistratura indipendente ha deciso di non sostenere un altro suo esponente, il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, avversato dalla sua stessa corrente ma sostenuto da Area per le medesime ragioni: i primi non lo voteranno proprio per la sua contiguità con Pignatone, i secondi, le toghe di sinistra, sperano nel candidato di destra proprio per l’affinità professionale con il procuratore uscente. In commissione Lo Voi ha ottenuto un solo voto, come Giuseppe Creazzo, il terzo aspirante, procuratore di Firenze e candidato da Unicost. La corrente di centro, però, sarebbe disposta a tirarsi indietro votando Viola. L’accordo prevede la nomina di due aggiunti:Palamara, appunto, e Giancarlo Cirielli. L’assegnazione di un incarico direttivo a una toga indagata crea un imbarazzo trasversale. Al di là degli schieramenti. 
Palamara è l’esponente di punta della corrente centrista Unità per la costituzione ed è in corsa per uno dei due posti di procuratore aggiunto a Roma. Negli ultimi giorni (come anticipato da “Il Tempo”), è circolata la voce che Unicost avrebbe sostenuto l’attuale procuratore generale di Firenze Marcello Viola – candidato prescelto dalla corrente di destra Magistratura indipendente come nuovo procuratore capo della Capitale – in cambio dell’appoggio di Mi nella nomina di Palamara ad aggiunto. Nomina che a questo punto sembra sfumata.