Caos Csm, l’ipotesi di un filone pugliese. L’imprenditore che ha denunciato Savasta e Nardi: ‘Cene con Lotti, Palamara e Ferri’

Corruzione, l’ex pm Savasta ammette di aver chiesto 300mila euro a imprenditore Tarantini: “Ma era idea di Nardi”

L’ex magistrato di Trani, arrestato insieme a Nardi a gennaio, lo ha detto durante l’incidente probatorio dinanzi al gip di Lecce.

In un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, Flavio D’Introno ha raccontato dei suoi incontri romani con i personaggi coinvolti nella vicenda dei summit per pilotare le nomine dei procuratori capo di mezza Italia. L’ex sottosegretario e l’ex presidente dell’Anm hanno smentito

“Ho fatto cene con Lotti, Savasta, Palamara“. Parola dell’imprenditore Flavio D’Introno, colui che con le sue denunce ha portato all’arresto nel gennaio scorso del pm Antonio Savastae del gip Michele Nardi, all’epoca dei fatti contestati in servizio a Trani e accusati di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso. D’Introno – indagato nella stessa indagine che ha portato in carcere i due magistrati – ha rilasciato un’intervista audio alla Gazzetta del Mezzogiorno, raccontando dei suoi incontri a Roma con l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara e l’allora sottosegretario Luca Lotti, che aveva conosciuto – è la sua tesi – grazie “a miei clienti di piastrelle (all’epoca l’imprenditorevendeva rivestimenti, ndr), persone facoltose che stanno a Roma“. Nella sua ricostruzione al quotidiano barese, D’Introno ha accennato anche ai temi discussi nelle cene: “C’era il disciplinaredi Savasta, c’era anche il fatto di Nardi”. Non solo.

Nelle dichiarazioni alla Gazzetta del Mezzogiorno, l’imprenditore ha anche raccontato di “una cena Lotti, Ferri, Nardi, io”. Il Ferri di cui ha parlato D’Introno è Cosimo Maria Ferri, magistrato, oggi deputato Pd e leader di Magistratura Indipendente, nonché uno dei personaggi finiti recentemente nel mirino insieme agli stessi Lotti e Palamara per le cene romane con cinque consiglieri del Csm in cui – secondo l’accusa – si è cercato di pilotare le nomine dei procuratori capo della Capitale e di altre città. A corredo delle sue ricostruzioni, inoltre, l’imprenditore di Corato ha assicurato di aver fornito diverse prove: “Ci sono diversi riscontri dati, sono stati sentiti ristoratori, a me mi conoscono, a Roma andavo sempre”. Poi ha ricordato come ha conosciuto Palamara: “Era un venerdì, me lo hanno fatto conoscere” ha concluso.

Fonte: il Fatto Quotidiano