Gherardo Colombo: ” ci sono magistrati che non fanno politica e quei magistrati che affossano le inchieste”

L’ex magistrato del pool di Mani Pulite interviene sullo scandalo che ha travolto il Csm: “Succede che fanno politica i magistrati che non sono accusati di fare politica”

Occorre credere nei magistrati che fanno il loro lavoro con correttezza e senza subire influenze politiche o peggio ancora rivalità personali. Ci sono e agiscono senza vetrina. Il potere delle Procure è elevato e occorre che i responsabili tengano conto di molti elementi probatori prima di sbattere in carcere la gente. Dovrebbero essere i Gip a tutelare l’indagato ma di recente, si è registrato più di un episodio che ha messo in luce qualche debolezza o distrazione da parte di chi dovrebbe tutelare l’indagato, da possibili “distrazioni” delle procure. Come tutte le cose umane ,anche la magistratura conosce momenti di crisi e di debolezza. Occorre evitare gli errori del passato.Una democrazia matura necessita di una magistratura matura e lontana dalle logiche politiche 

Gherardo Colombo, ex magistrato del pool di Mani Pulite, interviene nel dibattito sul caos procure e, ripercorrendo la propria carriera torna a parlare proprio della maxi inchiesta degli anni ’90, specificando che a fare politica, storicamente, sono “i magistrati che affossavano le inchieste”, e ricorda: “Quelli però non venivano accusati di fare politica e venivano elogiati”

“Il primo problema è culturale – dice Colombo -. Ci sono persone che certe cose non le farebbero mai, perché sono convinte che l’indipendenza dei magistrati sia davvero un valore. Ci sono invece persone che ritengono che l’indipendenza possa essere addirittura dannosa per una gestione delle competenze dello Stato. Sembra paradossale, ma succede che fanno politica i magistrati che non sono accusati di fare politica”. Anche lui accusato di “fare politica” ai tempi della P2 “perché essendo indipendente davo fastidio”.

A “l’Italia s’è desta” spiega: “Non penso si possa vietare ai magistrati di svolgere un’attività importante come quella politica. Però secondo me dovrebbe passare un po’ di tempo nel momento in cui uno lascia la magistratura ed entra in politica e dovrebbe essere una scelta definitiva. Chi entra in politica da magistrato deve dimettersi e non mettersi in aspettativa”.

Le nomine che sono alla base dello scandalo che ha coinvolto il Csm “sarebbero influenzate da persone che non solo non hanno nulla a che fare con la magistratura, ma anzi svolgono attività di carattere politico. Inoltre sarebbero influenzate da persone che non stanno nel Csm, ma che hanno dei contatti con altre persone che svolgono funzioni completamente diverse. Se tutto quello che stiamo leggendo sui giornali fosse vero l’indipendenza sarebbe fortemente intaccata”