Mafia, adesso tremano i boss I verbali del nuovo pentito

 primi verbali del neo collaboratore.

CATANIA. E’ stato per anni il reggente del clan Cintorino di Calatabiano, articolazione della cosca Cappello, fino alla scarcerazione, nel 2016, di Sebastiano Trovato, storico luogotenente del boss Antonino Cintorino. Carmelo Porto, finito in manette per associazione mafiosa, estorsione e traffico di droga, nell’ambito della recente operazione denominata “Isola Bella”, ha deciso di collaborare con la giustizia. E adesso l’intero versante ionico etneo trema. Porto, 62 anni, non è infatti l’ultimo degli arrivati. Fedelissimo di Nino Cintorino, detenuto al 41 bis, il neo pentito ha attraversato tutte le fasi, anche quelle più cruente, che hanno caratterizzato la vita del clan, come la guerra di mafia degli anni ’90. Nel ’95 finisce in manette con la moglie del boss Cintorino, Maria Filippa Messina, ed altri cinque sodali. In piena guerra tra fazioni contrapposte per il controllo del territorio, avrebbe fatto parte del commando di fuoco organizzato dalla giovane ma determinata moglie del boss per vendicare l’omicidio di alcuni uomini ed affermare con forza il controllo sul territorio. Doveva essere una strage, sventata dall’arresto compiuto dai carabinieri. Da allora Porto ha collezionato diversi arresti per associazione mafiosa ed estorsione. E’ il primo collaboratore di peso dell’area ionico etnea. Le sue rivelazioni sono destinate ad aprire nuovi scenari anche su alcuni fatti di sangue rimasti irrisolti.

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