Il naufragio a Lampedusa, indagini in corso

Si è consumata a Lampedusa l’ennesima strage di uomini, donne e bambini, peraltro pochi giorni dopo l’anniversario dal 3 ottobre del 2013 quando morirono 368 persone e la Commissione Europea, bugiarda e falsa come sempre si è dimostrata sul versante immigrazione, promise “Mai più”. Il barcone si è capovolto a 6 miglia dalla costa. Guardia Costiera e Guardia di Finanza hanno trattenuto in vita 22 persone, 13 uomini e 9 donne. I cadaveri sul molo sono invece 13 e sono tutte donne, di cui una neanche maggiorenne e un’altra incinta. La Procura di Agrigento indaga a carico di ignoti ipotizzando il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la morte come conseguenza di altro reato. Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, delegato alle indagini dal procuratore Patronaggio, afferma: “Erano tutti senza giubbotti salvagente, che in casi come questo sono l’unica speranza di salvarsi la vita. Se li avessero avuti sarebbero tutti salvi. Il naufragio è avvenuto verso le tre del mattino, quando i migranti hanno visto avvicinarsi le motovedette dei soccorritori. Erano stati loro stessi a chiamare la Guardia Costiera di Palermo, che ha subito avvisato Lampedusa. Quando sono arrivati i soccorritori, il barcone, lungo una decina di metri, già imbarcava acqua e aveva il motore che non andava, Il resto l’ha fatto il mare forza 3, il buio e il terrore. A bordo c’è stato il caos, tutti volevano andare verso le motovedette, molti sono caduti in acqua e poi la barca si è capovolta. E’ stato un viaggio anomalo. La barca era partita dalla Libia e ha fatto una sosta in Tunisia, prima di prendere il mare”.