Detenuti che aggrediscono agenti di polizia penitenziaria

Detenuti che aggrediscono Agenti di Polizia Penitenziaria, poliziotti penitenziari arrestati per aver aggredito e picchiato i detenuti, sovraffollamento, carenze strutturali, assenza di attività formative, tentati suicidi e suicidi in aumento da parte dei detenuti. Questo è il tragico scenario che emerge a prima vista dal sistema penitenziario italiano.

Era ora che la Procura di Agrigento Luigi Patronaggio intervenisse, dichiara il prof. Nicosia, il Procuratore stavolta però appare molto prudente, la sospensione del Commissario e del Direttore sarebbe il primo passo da fare per portare avanti le indagini con serenità… spero che il Ministro e il Capo del Dap intervengano presto…

Dopo la visita ispettiva del 22 dicembre 2018, l’On Occhionero fu presenta il 7 marzo 2019 interrogazione al Ministro sulle condizioni dell’Istituto penitenziario di Agrigento…

il Ministro a Giugno risponde con estrema superficialità:

“…occorre evidenziare che, allo stato, presso la casa circondariale di Agrigento non si registra alcuna criticità, in quanto, su un contingente organico di 4 unità, risultano effettivamente in servizio 5 funzionari della professionalità giuridico-pedagogica, di cui 2 effettivi e 3 distaccati in entrata.
È stato altresì indetto interpello a integrazione per un’unità nel suddetto ruolo.
Da ultimo, l’amministrazione penitenziaria ha assegnato fondi per avvalersi del consulente psicologico ex articolo 80 dell’ordinamento penitenziario per 63 ore mensili per lo svolgimento delle attività di osservazione e trattamento dei condannati. “ per il Ministro della Giustizia al Petrusa di Agrigento tutto va bene…

La situazione è allarmante e Musumeci sembra “costretto” a mantenere il Prof. Fiandaca, Garante dei Diritti dei Detenuti in Sicilia. A sostenerlo é il

Prof. Antonello Nicosia

L’anziano professore di diritto, ormai stanco, occupa una poltrona importante che potrebbe, invece, vedere,come protagonisti attivi, giovani professionisti, esperti penitenziari intenti a visitare le strutture carcerarie siciliane. In questo modo si potrebbe intervenire,ogni giorno, a garanzia non solo dei detenuti, ma anche degli operatori che vivono simili disagi.

Sensibile a tale delicata problematica, con attenti e scrupolosi interventi ispettivi, ho potuto avere prova concreta che le condizioni delle carceri sono pressoché allarmanti.

Due anni fa ho chiesto al prof di dimettersi perché non aveva visitato gli istituti, oggi la prego di dimettersi perché le problematiche penitenziarie sfociano in tragedie umane incommensurabili. Inoltre il suddetto Prof. Fiandaca spende le risorse economiche in maniera esagerata e spropositata, occupando spazi e risorse umane della Regione e facendone un pessimo uso. L’uso politico improprio non è contemplabile in una società civile. Rammentiamo che l’anziano professore è stato nominato dall’ex presidente della regione, Crocetta, dopo la mancata elezione alle europee, la quale vedeva il Prof Fiandaca candidato del PD. Continui scontri con Crocetta e Lumia, attacchi continui da parte del Professore di diritto che poi, però, dallo stesso Crocetta, tanto criticato accetta la nomina. Stento a scorgere un barlume di coerenza. Mi permetto di azzardare un’ipotesi. Magari il professore ha sete di poltrone? Giunto alla fine della sua carriera accademica sembra voglia a tutti i costi una poltrona che, purtroppo, il Presidente di destra continua a sostenere.

Sará ancora utile votare? Probabilmente no, basandoci su questi presupposti.

Stento a credere che qualcosa possa cambiare. Un po’ di disincanto? Può darsi, i “giochetti politici” che tendono a mantenere l’equilibrio tra le varie fazioni sono stati fatti. Cosa ancor più preoccupante è che, forse, anche il potere della magistratura non da spazi al cambiamento. Un cambiamento che si avverte come necessario e non accessorio. Un cambiamento che sradichi un vecchio modo di fare politica.