Fatti di Catalogna; se succedesse in Sicilia ?

I fatti di Catalogna mi stanno facendo riflettere.

Il diritto internazionale all’autodeterminazione dei popoli, ratificato persino dall’Italia, prevede che quando un Popolo vuole l’indipendenza non glielo si può legittimamente negare purché però ricada in uno di questi tre casi:

1. Soggetto a regime coloniale;

2. Occupato illegalmente;

3. Popolazione soggetta a discriminazioni o apartheid.

Purtroppo la Catalogna difetta un po’ di questi criteri e sta cercando faticosamente un’altra via per raggiungere lo scopo.

E la Sicilia?

Un paradosso, come sempre.

Secondo me ricade in tutti e tre i criteri:

1. Il colonialismo dell’Italia verso la Sicilia è appena DISSIMULATO; non sarebbe difficile produrre un ampio dossier che testimonia come di fatto la Sicilia sia solo una colonia interna di sfruttamento, fatta passare per Regione autonoma;

2. L’annessione della Sicilia all’Italia posa sul Plebiscito del 21 ottobre 1860, che è chiaramente un atto nullo; quel plebiscito, a sua volta partiva dal presupposto che lo Stato di Sicilia (non le Due Sicilie) fosse uno stato sovrano, illegittimamente occupato dalle Due Sicilie; nullo il plebiscito lo Stato di Sicilia (Regno di Sicilia) è automaticamente indipendente;

3. Che la popolazione siciliana sia fatta da “cittadini di serie B”, e soggetta quindi ad un aperto apartheid, è anche qui una cosa facilmente dimostrabile, anzi, del tutto evidente; l’unico modo che un siciliano ha di fare valere i propri diritti di cittadinanza è l’emigrazione; le discriminazioni avvengono peraltro anche sul piano culturale, attraverso una continua diffamazione dei Siciliani su tutti i media nazionali, pubblici e privati.

E dov’è dunque il paradosso?

Il paradosso è che la Sicilia, pur ricadendo ESATTAMENTE nelle condizioni previste dal Diritto internazionale per il Diritto all’Autodeterminazione dei Popoli, FALLISCE NELLA PREMESSA: LA VOLONTÀ POPOLARE. I Siciliani, oggetto di lavaggio di cervello filoitaliano ed autorazzista fin dalla culla, non rivendicano nella loro maggioranza questo diritto.

E quindi legittimamente restano schiavi.

Vediamo di svegliarli.

Prof. Massimo Costa