Condannato con Decreto per diffamazione si oppone e chiede audizioni di pentiti e Magistrati

 

 

Agrigento –  a darne notizia il quotidiano online Corriereagrigentino.it che ha così sintetizzato la vicenda di una querela presentata dall’ex pentito Vincenzo Calcara nei confronti di Gian Joseph Morici, editore del giornale “La Valle dei Templi”:
“Gli era stata inflitta la pena di 750 euro di multa, dal Gip del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto, che aveva accolto il decreto penale di condanna, perché ritenuto responsabile di diffamazione a mezzo stampa, su un articolo pubblicato su internet dal titolo “Vincenzo Calcara, ma i magistrati e i Borsellino sanno?”. Il giornalista, Joseph Gian Morici, attraverso il suo avvocato Santino Russo, ha presentato opposizione a quel decreto, e il Gip Zammuto ha disposto a carico dell’imputato il giudizio immediato. Il processo è stato fissato davanti al giudice monocratico del Tribunale di Agrigento Micaela Raimondo, per il prossimo 24 febbraio.
La difesa di Morici ha chiesto di ammettere quali testimoni, tra gli altri: i collaboratori di giustizia Giovanni Brusca, Vincenzo Sinacori, Francesco Milazzo, Giuseppe Ferro, Antonio Patti, Pietro Bono, Carlo Zichitella, Francesco Geraci, e Fabio Savona, il questore Rino Germana; l’attuale procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro, il figlio giudice Borsellino, Manfredi, e il presidente del Tribunale di Marsala Alessandra Camassa. L’accusa che viene mossa al giornalista è quella di aver descritto Calcara come “soggetto omertoso e reticente” https://www.corriereagrigentino.it/2019/12/06/condanna-a-giornalista-chiesta-audizione-di-pentiti/ .
Abbiamo contattato Morici in merito a questa vicenda e lo stesso ha tenuto a precisare come tanto i pentiti indicati quali testi, quanto i magistrati chiamati a testimoniare, in passato avevano stigmatizzato l’operato del Calcara e la sua presunta appartenenza a “Cosa Nostra”. Morici aveva presentato opposizione a quel Decreto di Condanna emesso nel maggio del 2019 e come previsto dalla vigente normativa, con Decreto di Giudizio Immediato, era stata fissata l’udienza per giorno 2 dicembre 2019 perché si procedesse con rito ordinario e l’imputato potesse produrre atti in sua difesa e la lista dei testimoni. L’udienza – a seguito dello sciopero degli avvocati penalisti – è stata rinviata al 24 febbraio 2020, quando, oltre a decidere sull’ammissione della lista testi presentata da Morici, dovrebbe essere presente anche il Calcara che – assente sia lui che il suo legale all’udienza del 2 dicembre – è stato citato come teste da parte della Procura.
Dell’ex pentito Vincenzo Calcara abbiamo scritto più volte sulle pagine di questo sito. Tra gli altri testi indicati nella lista della difesa, anche il Giudice Massimo Russo che all’epoca della sua permanenza a Marsala aveva ascoltato Vincenzo Calcara e che sullo stesso ha risposto in qualità di teste nel processo Borsellino Quater evidenziando anche come Calcara non avesse mai parlato di Matteo Messina Denaro. Lo stesso magistrato aveva rinviato a giudizio Calcara per auto calunnia “per essersi accusato di far parte di cosa nostra”. Il processo finì perché il reato fu prescritto, ma non con l’assoluzione del Calcara.
“Mi auguro – dichiara Morici – che nel corso di questo processo, sentiti i Magistrati che hanno in diverse circostanze sancito l’inattendibilità del Calcara, e i collaboratori di giustizia che ne hanno da sempre smentito l’appartenenza alla consorteria mafiosa, oltre a una più attenta valutazione delle sue passate propalazioni, si faccia piena luce sul motivo per il quale Calcara non fece mai il nome di Matteo Messina Denaro che durante quel periodo organizzava le stragi del 1992, per le quali viene oggi processato a Caltanissetta”.

Il Circolaccio