Il giornalista Angelo Di Natale sul caso ‘MORGANTE-MONTANTE’ Io, imputato (vittima del sistema Morgante-Montante) ho rinunciato alla prescrizione

La ‘prescrizione’, in questi giorni come in altre stagioni politiche più o meno recenti, è tema di calda attualità.

In proposito ho più volte espresso la mia opinione, dalla parte delle vittime dei reati, della necessità di giustizia e del diritto degli imputati innocenti ad avere pieno riconoscimento della propria non colpevolezza.

Nei giorni scorsi, maturata la ‘prescrizione’ di un processo che mi vede imputato, ho potuto finalmente rinunciarvi. L’avevo dichiarato nel corso del dibattimento ma solo quando la prescrizione è sopraggiunta, ho potuto procedervi con efficacia giuridica, nell’ultima delle circa dieci udienze finora tenutesi dinanzi al tribunale di Palermo.

L’istruttoria è chiusa e il dibattimento volge alla conclusione: due udienze ancora, almeno nei programmi del tribunale, e poi la sentenza (di primo grado).

Sono imputato di calunnia, in seguito ad una querela presentata da Vincenzo Morgante, all’epoca dei fatti (2011) caporedattore di Tgr Sicilia, mio ‘persecutore’ in quanto egli – potente e superprotetto – non gradì il mio dissenso sulla qualità del prodotto editoriale di quella redazione fortemente inquinato dai suoi traffici, dalle sue relazioni (tra queste quelle con Lumia e Montante) e dagli interessi privati che occupavano i contenuti giornalistici per i quali i cittadini pagano il canone.

Io sono accusato di avere detto il falso, ma ho solo detto la verità e l’ho fatto per difendere un bene pubblico prezioso: per ciò nel 2013 sono stato licenziato dalla Rai per volere di Morgante, nelle grazie di Montante il quale subito dopo lo fece promuovere direttore (licenziamento finora confermato dalla magistratura grazie alle interferenze del sistema ‘Montante’).

Per ciò sono imputato in questo processo e intendo avere una sentenza che affermi la verità oggettiva delle cose.

Perciò niente prescrizione: niente dubbi, né ombre.

Da oltre un anno Morgante non è più in Rai. Si è dimesso da direttore della Tgr dopo il suo coinvolgimento nel sistema-Montante (atti dell’inchiesta sfociata nella condanna di Montante a 14 anni di reclusione, e questo è solo il primo dei processi che attendono l’ex apostolo dell’antimafia). Coinvolgimento per il quale Morgante è stato condannato in via disciplinare dall’Ordine dei giornalisti.

Morgante da allora dirige la tv dei vescovi italiani (!!!) e sono certo che lo stia facendo mettendo in campo tutte le qualità – professionali, etiche e morali – di cui ha dato prova. Qualità che la conferenza episcopale italiana, editrice di Tv2000, starà sicuramente apprezzando.

Fino a quando era direttore della Tgr Rai Morgante non disertò un’udienza del processo che mi vede imputato, sedendo di fronte ai testimoni che in molti casi erano ‘suoi dipendenti’.

Da quando ha lasciato la Rai è scomparso – fisicamente – dal processo.

Io sono sempre lì e attendo la sentenza.