BRANDARA, SINDACO DI NARO, È STATA RINVIATA A GIUDIZIO A MESSINA. PER LEI NON C’È DUE SENZA TRE: È INDAGATA ANCHE A CALTANISSETTA, SIRACUSA E FORSE A CATANIA E PALERMO

Maria Grazia Brandara, rieletta sindaco di Naro ad aprile del 2019 continua, sotto il profilo giudiziario, a far parlare di sé. La Brandara è una donna legata, mani e piedi, al ‘Sistema Montante’,

assieme alla sua fedele amica ed ex vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello, entrambe sorprese mentre stavano consegnando una borsetta di denaro all’ex ‘apostolo della legalità’, Antonello Montante, già condannato a 14 anni di reclusione. Malgrado le inchieste a suo carico ed i processi in corso, continua a guidare la società a partecipazione regionale denominata IAS, che gestisce il depuratore più grande d’Europa, quello di Priolo, continua a fare il sindaco di Naro. Anzi, recentemente, i sindaci di Licata, Palma di Montechiaro, Favara e Siculiana, l’hanno addirittura eletta

La Brandara presiede il ‘Consorzio per la legalità’

presidente di un Consorzio agrigentino per la ‘legalità’, che gestisce alcuni beni confiscati alla mafia. Senza pudore, senza ‘russura’, si direbbe in Sicilia, la Brandara tira avanti per la sua strada. Se ne frega dei processi che la riguardano. Se ne frega di essere imputata e/o indagata per associazione a delinquere, corruzione, inquinamento ambientale e per una miriade di abusi, che sarebbe davvero lungo elencarli tutti quanti. Come amava dire una volta il compianto ex Presidente del Catania Calcio, Massimino, ‘c’è chi può e chi non può, io può! ‘ E la Brandara ‘può’, eccome se può, come si legge oggi sulla sesta pagina del giornale La Sicilia di Catania, in un servizio a tutta pagina di Mario Barresi