IL PROCURATORE AGGIUNTO DI SIRACUSA SCAVONE, I SUOI RAPPORTI COL GIORNALISTA BORROMETI E LA STRANA STORIA DI UNA QUERELA…

IL PROCURATORE AGGIUNTO FABIO SCAVONE ED IL SOSTITUTO ANDREA PALMIERI, DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI SIRACUSA, HANNO CHIESTO DI INTERROGARE, QUALE PERSONA INDAGATA, UN BLOGGER ED EX GIORNALISTA AGRIGENTINO, PER FATTI RELATIVI A PAOLO BORROMETI.

1) PERCHE’ DEL CASO SE NE STA OCCUPANDO SIRACUSA, SE BORROMETI E’ RESIDENTE ALTROVE?

2) IL PROCURATORE AGGIUNTO FABIO SCAVONE ED IL GIORNALISTA CHE HA QUERELATO IL BLOGGER AGRIGENTINO, PAOLO BORROMETI, FANNO PARTE ENTRAMBI, ASSIEME AL VICE PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA, GAETANO ARMAO, DEL COMITATO SCIENTIFICO DEL ‘SIRACUSA INTERNATIONAL INSTITUTE’, UNA PRESTIGIOSA ASSOCIAZIONE CHE ORGANIZZA EVENTI SULLA GIUSTIZIA E SUI DIRITTI UMANI, NONCHÉ CORSI PER LA PREPARAZIONE DI ASPIRANTI MAGISTRATI.

QUELLO CHE SEGUE È IL LINK RELATIVO AD UN SERVIZIO GIORNALISTICO CHE ATTESTA QUESTI RAPPORTI CULTURALI, TRA IL QUERELANTE BORROMETI ED IL MAGISTRATO CHE SI STA OCCUPANDO DI UNA SUA DELICATA QUERELA, RELATIVA A DEI FATTI RISALENTI AL 2014. SI TRATTA DI ALCUNE DENUNCE RELATIVE AD INTIMIDAZIONI ED AGGRESSIONI MAFIOSE DI CUI, A QUANTO PARE, NON CI SAREBBE ALCUNA TRACCIA INVESTIGATIVA, CHE NE AVVALORI QUESTA PESANTE MATRICE MAFIOSA.CIÒ NON TOGLIE CHE, A SEGUITO DI QUESTI EPISODI, RELATIVI A DEI PRESUNTI ATTACCHI MAFIOSI, RISALENTI AL 2014, AL BORROMETI, PROPRIO A PARTIRE DA QUELL’ANNO, GLI È STATA ASSEGNATA UNA SCORTA ARMATA.

ANCHE IL PROCURATORE SCAVONE E IL GIORNALISTA BORROMETI NEL CONSIGLIO DEL SIRACUSA INTERNATIONAL INSTITUTE

E, SEMPRE IL PROCURATORE AGGIUNTO FABIO SCAVONE, E’ STATO UNO DEI RELATORI, NEL CORSO DELLA PRESENTAZIONE DI UN LIBRO DI PAOLO BORROMETI. QUESTO È IL RELATIVO LINK CHE ATTESTA ANCHE QUESTA CIRCOSTANZA CHE DENOTA UN’ULTERIORE VICINANZA TRA I DUE:

Mafia. A Siracusa la presentazione del libro di Paolo Borrometi “Un morto ogni tanto”

IL SOSTITUTO ANDREA PALMIERI, ALTRO MAGISTRATO CHE SENTIRÀ, FORSE AL DI FUORI DELLA SUA SEDE GIUDIZIARIA NATURALE, IL BLOGGER AGRIGENTINO, ERA TRA GLI OTTO FIRMATARI DELL’ESPOSTO CHE HA FATTO SCOPPIARE LO SCANDALO GIUDIZIARIO RELATIVO AL COSIDDETTO “SISTEMA SIRACUSA” CHE HA PORTATO, TRA L’ALTRO, AGLI ARRESTI ED ALLA CONDANNA A 5 ANNI DI RECLUSIONE DELL’EX PROCURATORE AGGIUNTO DI SIRACUSA, IL DOTT. LONGO.INOLTRE SU ANDREA PALMIERI C’E’ DA AGGIUNGERE QUANTO SEGUE…

La vicenda giudiziaria che segue riguarda la gestione del depuratore del porto di Siracusa…

Il pubblico ministero Andrea Palmieri, dopo un’approfondita e sapiente ricostruzione tecnica di come (non) abbia funzionato il depuratore consortile negli anni a guida Saceccav, ha in sostanza attribuito al solo amministratore delegato Marzio Ferraglio ogni responsabilità, chiedendo per lui, nell’udienza del giugno 2018, una condanna a 3 anni e 4 mesi. Esenti invece da colpe, secondo il pm, gli altri imputati: Aiello Alessandro, Fiore Rosario, Pappalardo Giampiero, Torrisi Salvatore, quest’ultimo dal novembre 2011 anche co-amministratore delegato e dirigente della società inquisita. Il Torrisi è  figlio della terza moglie dell’ex Procuratore di Siracusa, Ugo Rossi, condannato nel 2017 ad un anno di reclusione e coinvolto negli scandali giudiziari che hanno riguardato l’ex procuratore aggiunto di Siracusa, Giancarlo Longo, condannato in via definitiva a 5 anni di reclusione e che attualmente è detenuto dentro il carcere romano di Rebibbia.

Il pubblico ministero Palmieri aveva dunque chiesto l’assoluzione per Torrisi Salvatore, figlio della terza moglie del suo ex collega magistrato, Ugo Rossi, già condannato  ad un anno di reclusione proprio per avere tutelato gli interessi del Torrisi. Ma il giudice monocratico, Carla Frau, non ha tenuto conto di tale richiesta di assoluzione del Palmieri ed ha condannato il figlio del loro collega magistrato a 3 anni di reclusione.

Ricordiamo brevemente qual è l’inchiesta che invece ha portato in carcere l’ex procuratore aggiunto di Siracusa Giancarlo Longo, che ha coinvolto anche il suo collega Rossi.

Si tratta dell’inchiesta che ha al centro due avvocati, Piero Amara e Giuseppe Calafiore, che per anni avrebbero pilotato inchieste e fascicoli al tribunale di Siracusa per avvantaggiare loro clienti di peso. Longo, dal canto proprio, in cambio di mazzette e regali, avrebbe messo a disposizione la propria funzione di magistrato condizionando le inchieste, aprendo fascicoli ad hoc per favorire gli assistiti dei due legali o per sviare le indagini (come sarebbe accaduto nel caso Eni-Descalzi). 

Mentre per il magistrato Ugo Rossi…

La Suprema Corte ha condannato a un anno l’ex procuratore Rossi, in pensione dopo essere stato trasferito e declassato a Enna, per aver affiancato il sostituto Giancarlo Longo, al centro di una serie di ‘veleni’ e due colleghi che conducevano un’indagine proprio sulla Sai8, azienda che gestiva il servizio idrico a Siracusa, dove il figlio della terza moglie di Rossi era dirigente e per il quale, come detto, il magistrato Palmieri ha chiesto l’assoluzione, mentre la giudice Frau l’ha condannato a 3 anni di reclusione. Nel provvedimento disciplinare del Csm, l’atto è stato considerato “a tutela degli indagati” e il procuratore capo “preoccupato di proteggere legami familiari e sociali” a “dispetto e discapito” della “corretta ed imparziale gestione del proprio ruolo”.