CONFISCA CAVALLOTTI (PADRI), DOPO IL CASO SAGUTO IL 4 MARZO UDIENZA IN TRIBUNALE: LO STATO HA L’OCCASIONE DI CORREGGERE I PROPRI MOSTRUOSI ERRORI

CONFISCA CAVALLOTTI (PADRI), DOPO IL CASO SAGUTO IL 4 MARZO UDIENZA IN TRIBUNALE: LO STATO HA L’OCCASIONE DI CORREGGERE I PROPRI MOSTRUOSI ERRORI

Ci siamo!

La Corte d’Appello di Palermo ha finalmente fissato l’udienza nella quale si deciderà se revocare la confisca dei nostri padri oppure se chiudere per sempre nel peggiore dei modi una vicenda che va avanti dal 1998.

Come sapete, la confisca è definitiva. Ma, alla luce di numerose e importantissime prove nuove, abbiamo depositato un’istanza di revocazione della confisca, una specie di revisione del processo.

Il Tribunale, però, ha rigettato la nostra istanza con motivazioni errate sia in punto di fatto che in punto di diritto. Mi conforta il recentissimo decreto della Corte d’Appello di Catania che pochi giorni fa, nel revocare la confisca dei signori Scinardo, ha richiamato i principi di diritto fissati dalla Corte di Cassazione in materia di revoaczione della confisca di prevenzione; principi di diritto che il Tribunale di Palermo ha gravemente violato e ai quali la Corte d’Appello non potrà non attenersi.

L’udienza si terrà il 4 Marzo. Per noi sarà l’udienza cruciale.

Io sono molto fiducioso. Dal punto di vista tecnico, non c’è partita. Abbiamo prodotto (non una ma) tante prove nuove che dimostrano sia la totale estraneità dei miei familiari a fatti di mafia sia l’origine assolutamente lecita del loro patrimonio, frutto dei sacrifici e del duro lavoro.

Abbiamo fiducia nei nostri avvocati che ringraziamo per la passione, la competenza e l’energia con le quali hanno sempre sostenuto la nostra difesa.

Cosa mi aspetto dai Giudici? Solo che decidano leggendo le carte, senza coivolgimenti o pressioni, seguendo nient’altro che il diritto.

Io non posso accettare ciò che disse il Pubblico Ministero nel corso della sua requisitoria in primo grado, vale a dire che, sebbene “gli errori ci sono”, la confisca dei Cavallotti non si può revocare “perché, altrimenti, crolla il sistema delle misure di prevenzione”. Non è verò che, se ci viene restituito il patrimonio, cade il sistema. E, qualora fosse vero, noi non ci stiamo a essere sacrificati per salvaguardare interessi superiori!

Io penso, invece, che il sistema si rafforza se dei Giudici restituiscono il maltolto a chi dimostra, con inoppugnabili fatti nuovi, che non c’erano i presupposti per fare una confisca.

I Cavallotti non devono essere giudicati per essere diventati, loro malgrado, il simbolo di un sistema!

Vogliamo essere giudicati in maniera oggettiva.

La revocazione della nostra confisca non permetterà ai criminali veri di riappropriarsi dei loro beni.

Bisogna solo avere il coraggio di ammettere che qualche volta lo Stato sbaglia.

Bisogna rendersi conto che il modo giusto di reagire di fronte ad un errore evidente è quello di porvi rimedio piuttosto che continuare a reiterare l’errore.

Pietro Cavallotti