Hong Kong, Radicali: 31 anni da piazza Tiananmen e la Cina continua a usare la legge e la forza per reprimere ogni forma di dissenso

Hong Kong, Radicali: 31 anni da piazza Tiananmen e la Cina continua a usare la legge e la forza per reprimere ogni forma di dissenso. Unione europea e Italia non assistano in silenzio alla violazione di diritti fondamentali

Una delegazione di Radicali Italiani è stata in presidio presso l’ambasciata cinese. Mobilitazioni analoghe a Milano, Torino e Cremona in solidarietà delle vittime di ieri, oggi e domani

“Trentuno anni fa, studenti disarmati scesi in piazza per chiedere la libertà venivano uccisi dal regime cinese, in uno degli episodi di repressione più emblematici della storia contemporanea. In tre decenni non è cambiato poi tanto: Pechino continua a soffocare i diritti, anche se in una forma diversa. Con la legge sulla Sicurezza nazionale che ha approvato, i cittadini di Hong Kong considerati sovversivi perché coinvolti in azioni e attività per la secessione o per il rovesciamento del potere saranno arrestati. Secondo quanto riferiscono i media anche oggi, in occasione delle mobilitazioni di Hong Kong per ricordare quel massacro, la polizia ha usato cartucce urticanti contro gli attivisti e portato via in manette almeno 4 di loro. L’organizzazione stessa di tali forme di commemorazione sarà in pericolo con l’entrata in vigore di questa legge liberticida. Il governo cinese sopprime così il dissenso, toglie voce a chi rivendica le sue libertà in modo brutale. Vogliamo ricordare le vittime di ieri e manifestare la nostra vicinanza a quelle di oggi e di domani” dichiarano Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, Segretario, Tesoriera e Presidente di Radicali Italiani. Quattro i presidi di Radicali Italiani: a Roma nei pressi dell’ambasciata cinese, a Milano di fronte al consolato cinese, a Torino e a Cremona.

“L’espressione pubblica di preoccupazione non è un atto di condanna sufficiente, di fronte a un attacco dei diritti fondamentali tanto grave. Non è il momento di tenere un profilo basso. Vale per l’Italia, così come per l’Unione europea. Le istituzioni, gli esponenti politici, i media saranno spettatori silenti di quanto sta accadendo? Come radicali, rifiutiamo di essere conniventi e continueremo a batterci affinché i cittadini di Hong Kong siano liberi di esprimere il proprio dissenso e di lottare per cambiare la propria condizione”.