ADINOLFI: DDL ZAN, PD ARROGANTE COI VESCOVI “Intervento in aula di Walter Verini ai limiti dell’insulto”

Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, interviene sul dibattito aperto in aula alla Camera sul ddl Zan: “In un’assemblea di Montecitorio agostana e deserta i liberticidi proponenti della legge sulla omotransfobia sono apparsi nella loro vera essenza. Anche il solitamente moderato Walter Verini, cui il Partito democratico ha affidato l’intervento di sostegno alla legge e neotesoriere del Pd, si è lanciato in una lunga filippica affermando che gli oppositori del ddl Zan oggi sono gli epigoni degli oppositori negli Anni Settanta delle leggi sull’aborto e sul divorzio, che secondo Verini aspiravano oggi e aspirano ora a riportare l’Italia nel Medioevo. Ricordo a Verini che oggi come allora, schierati contro quelle leggi negli Anni Settanta e contro questa legge oggi sono i vescovi italiani. E da uno che negli Anni Settanta si diceva comunista lezioni non se ne accettano. L’intervento dell’esponente del Pd è stato più che arrogante, al limite dell’insulto nei confronti dei cattolici italiani e ha reso chiaro l’obiettivo politico di questa operazione: marginalizzare la libertà d’espressione dei cattolici stessi definiti oscurantisti e medievali. Di questo tengano conto i cattolici chiamati a votare in Parlamento. L’aborto non fu una conquista, il ddl Zan è l’ennesima battaglia anticristiana che ha un filo rosso che si dipana dagli Anni Settanta, come ha detto Verini. Un cattolico non può votare a favore del ddl Zan, da San Giovanni Paolo II a Francesco la colonizzazione dell’ideologia gender nelle scuole e nel Paese viene sempre rifiutata, ai comunisti d’allora oggi cambiati solo nei modi si risponda con un secco no”.