INDAGATO BORROMETI A REGGIO CALABRIA PER MINACCE E DIFFAMAZIONE – di Valeria Micalizzi

Pare che l’era delle archiviazioni delle denunce contro il giornalista Paolo Borrometi sia solo un ricordo ormai; la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha infatti indagato il vice-direttore dell’Agi per diffamazione in un processo che vede il Siracusano Francesco Bongiovanni persona offesa.

Tutto ha inizio nel settembre 2019 quando condivido sulla mia pagina Facebook un post, con cui senza offendere, diffamare o altro, esprimevo semplicemente la mia personale opinione sul giornalista modicano il quale non gradiva il fatto che avevo osato scrivere che io non condividevo il suo modo di fare giornalismo; tale suo risentimento era stato causato, probabilmente, anche per via delle 50.000 visualizzazioni ottenute da quel post. Paolo Borrometi sempre su fb da li a poco scrisse un commento contro la sottoscritta e Francesco Bongiovanni colpevole di aver semplicemente commentato il mio post, definendoci entrambi “diffamatori seriali” compagni di merende di un mafioso e minacciando raffiche di querele se solo ci fossimo nuovamente permessi di contraddirlo. Ebbene Francesco Bongiovanni a queste minacce velate ha deciso di non chinare la testa.

A quel punto, in data 18 novembre 2019, ha presentato presso la Procura della Repubblica di Siracusa e presso la Procura della Repubblica di Messina una denuncia per minacce contro Paolo Borrometi. In entrambe le procure però, ancora una volta, il silenzio la fa da padrone. Bongiovanni allora decide di inviare una copia delle due denunce, presentate in Sicilia, alla Procura di Reggio Calabria che questo silenzio lo interrompe decisamente, aprendo un fascicolo a carico del Borrometi che adesso risulta ufficialmente indagato a Reggio Calabria. Le denunce non possono sempre essere ignorate, archiviate o insabbiate, specie quelle contro specifici soggetti; ma pare che in Sicilia succeda questo. Grazie alla caparbietà di Francesco Bongiovanni oggi arrivano le prime risposte da quella parte di magistratura che ci vede tutti uguali di fronte alle leggi dello Stato.