Dopo l’archiviazione a Perugia sui rapporti del procuratore di Messina De Lucia con Montante, indaga adesso Rodolfo Sabelli, della Procura di Roma. Mentre Felice Lima della Procura Generale di Messina, presenta un esposto…

Inchiesta Montante: archiviata a Perugia la posizione del procuratore capo di Messina Maurizio De Lucia.

La notizia la potete leggere su Messinatoday cliccando sul seguente link:

https://www.messinatoday.it/cronaca/inchiesta-montante-archiviazione-procuratore-capo-maurizio-de-lucia.html

Il fatto strano è che siamo venuti a conoscenza, soltanto oggi, grazie a Messinatoday, di questa archiviazione. Tale notizia è contenuta in degli atti, relativi ad una mediazione civile, con cui il procuratore della Repubblica di Messina De Lucia, ha  citato per diffamazione una persona, rea di avere riportato, tra l’altro, una semplice informazione, quella relativa proprio a questa inchiesta a suo carico. L’identità del soggetto preso di mira dal De Lucia non è stata resa nota. Sta di fatto che solo dopo tale denuncia, si apprende la notizia dell’archiviazione che riguarda il De Lucia, da parte del Tribunale di Perugia. Tale archiviazione è relativa ai suoi rapporti con Antonello Montante, l’ex paladino della legalità, sotto inchiesta per mafia e già condannato a Caltanissetta, in primo grado, a 14 anni di reclusione, perché ritenuto il capo di un’associazione a delinquere dedita alla corruzione ed allo spionaggio. È stato proprio il Montante ad indicare l’attuale procuratore di Messina, assieme al colonnello dei carabinieri Giuseppe D’Agata e ad altri, quale suo referente presso la Procura Nazionale Antimafia e non solo. Forse prima delle vacanze di Natale avremo occasione di leggere gli atti relativi a questa archiviazione che, lo ricordiamo, non equivale ad un’assoluzione del De Lucia. Se sarà il caso, chi di dovere, a questo punto, potrà opporsi a tale archiviazione, presso la Procura competente su Perugia, ossia quella di Firenze. Già gli articoli di stampa pubblicati da Italyflash che lo riguardano, i cui link sono citati nell’atto di mediazione notificato dal De Lucia, sono stati inviati l’estate scorsa, con posta certificata, alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, competente per le eventuali azioni penali che riguardano i magistrati di Messina; ed inoltre alla Procura presso la Cassazione ed al CSM.

Tra l’altro, come riportato a febbraio di quest’anno, sempre da Messinatoday, anche il magistrato Rodolfo Sabelli, della Procura della Repubblica di Roma, si sta interessando di De Lucia, dei suoi rapporti con Montante. Sullo sfondo c’è la vicenda Palamara ed uno strano patteggiamento ad 11 mesi di reclusione dell’avvocato Amara, la gola profonda che ha fatto scoppiare lo scandalo delle toghe sporche e dei rapporti con l’ENI di alcuni uffici giudiziari, quali quello di Siracusa.

18 febbraio 2020

«Caso Amara, i Ros sbarcano al Tribunale di Messina per acquisire tutti i documenti.
Il nucleo speciale dei carabinieri su input della procura di Roma chiede la documentazione anche processuale sull’avvocato siracusano al centro dello scandalo Eni e sulle sentenze dei giudici corrotti.»

“… … In alcune parti, il racconto di Amara al giudice romano Sabelli, incrocia anche le attività di Antonello Montante, l’ex capo di Confindustria Sicilia che aveva a capo dell’Eni, Emma Marcegaglia: da alcuni appunti scoperti nella stanza della legalità dell’ex cavaliere del lavoro di Serradifalco è emerso che un importante magistrato messinese, per ben ventiquattro volte si sia incontrato con il responsabile della legalità nisseno, in occasioni conviviali, fuori dal circuito istituzionale. … …”

https://www.messinatoday.it/cronaca/inchiesta-avvocato-amara-ros-tribunale-messina-documenti-processo.html

A tal proposito illuminante è anche la denuncia del sostituto procuratore della Procura Generale di Messina Felice Lima. Riguardo proprio il patteggiamento dell’avvocato Calafiore, Lima ha inoltrato un ricorso in cui evidenzia, a mo’ di esempio, come presso il Tribunale di Messina, per un furto d’auto un ladruncolo è stato condannato a 10 anni di reclusione, mentre il Calafiore che, nel corso di numerosi anni, ha gestito assieme al suo collega Amara centinaia di milioni di euro, per corrompere numerosi magistrati, se n’è uscito soltanto con 11 mesi di condanna.

Quello che segue è in sintesi l’esposto di Lima:

“questo Sostituto Procuratore Generale teme sommamente il c.d. “giudice etico” e ritiene convintamente che compito del giudice sia applicare con umiltà le leggi senza lasciarsi sedurre dalla pericolosa ambizione di “fare giustizia”. Ma, ciò posto, la consapevolezza di non dovere avere la pretesa di “fare giustizia” non può esimersi dall’evitare di oltraggiare la giustizia. E tale, francamente, “un oltraggio alla giustizia” appare infine l’esito di un giudizio per il quale, per reati dalla enorme gravità di quelli rubricati a carico dell’avv. Calafiore, sono state comminate le pene”. 

Pene che il sostituto Lima elenca con precisione per ognuno dei capi di imputazione, una trentina, pene che vanno da un minimo di 12 giorni a un massimo di 30 giorni di reclusione fino a 407 giorni totali, ma ridotti, grazie al rito abbreviato, a 286 e aumentati infine a 11 mesi come continuazione alla pena inflitta nel procedimento romano.

Ma per indicare la profonda iniquità del patteggiamento concordato e accordato a Calafiore, il dottor Felice Lima si avvale, significativamente, di altri giudizi ben più gravi nella richiesta delle pene a fronte di reati decisamente di minor peso rispetto a quelli commessi, e riconosciuti, da Calafiore. Solo due esempi, uno dello stesso dottor Pagana – la condanna a 10 anni di un ladro d’auto – e uno di un altro giudice dello stesso ufficio – 4 anni e sei mesi per il furto di alcune uova di Pasqua.

Inoltre, tanto per riportare una notizia fuori sacco, si fa semplicemente presente che c’è in servizio, presso la Procura Generale di Caltanissetta, un magistrato, la dottoressa Fabiola Furnari, che risulta essere la moglie del dottor De Lucia. Si tratta dello stesso ufficio giudiziario che sta sostenendo l’accusa contro Antonello Montante e che è a conoscenza dei suoi rapporti col marito.