L’ergastolo ostativo e il papello

L’attesa sentenza della Corte Costituzionale sull’abolizione dell’ergastolo ostativo. Le reazioni: “E’ stata una delle richieste del papello di Riina”.

Slitta a dopo Pasqua l’attesa sentenza della Corte Costituzionale nel merito della questione di legittimità costituzionale sull’ergastolo ostativo, ossia del no alla liberazione condizionale e ad altri benefici carcerari per i detenuti condannati per reati di mafia che abbiano scontato 26 anni di carcere e che non hanno collaborato con la giustizia. Quando invece la libertà condizionata e altre premialità sono concesse a tutti gli altri detenuti con 26 anni di carcere sulle spalle. Si tratta di quanto prevede l’articolo 4 bis comma 1 dell’ordinamento penitenziario su cui è atteso il pronunciamento della Consulta. Sullo stesso articolo 4 bis comma 1, ispirato da Giovanni Falcone e approvato dopo la strage di Capaci, pesa già una bocciatura da parte della Corte europea per i diritti umani e il conseguente invito rivolto all’Italia a riscriverlo. E poi, l’Avvocatura dello Stato, che rappresenta l’orientamento del Governo, ha chiesto alla Corte Costituzionale di non dichiarare incostituzionale l’articolo sull’ergastolo ostativo, ma di riconoscere al Giudice di sorveglianza il potere di valutare a sua discrezione caso per caso se concedere la libertà vigilata anche ai boss irriducibili, che non hanno collaborato, a patto che abbiano scontato 26 anni di carcere. Ebbene, è stata tale richiesta dell’Avvocatura dello Stato ha sollevare polemiche e reazioni. Ad esempio il magistrato Nino Di Matteo ha commentato: “Poco alla volta, nel silenzio generale, si stanno realizzando alcuni degli obiettivi principali della campagna stragista del 1992-1994 con lo smantellamento del sistema complessivo di contrasto alle organizzazioni mafiose ideato e voluto da Giovanni Falcone. Un’eventuale sentenza di accoglimento della Consulta, infatti, aprirebbe la strada di fatto alla possibile abolizione dell’ergastolo, cioè uno dei punti inseriti nel papello di Totò Riina”. E Maria Falcone, sorella di Giovanni, commenta: “Consentire a un mafioso ergastolano, che non abbia mai intrapreso la strada della collaborazione con la giustizia, di godere di permessi premio sarebbe un clamoroso arretramento nella lotta a Cosa nostra. Nella nostra legislazione ci sono punti fermi come l’ergastolo ostativo e il carcere duro che sono frutto del lavoro e dell’esperienza dei tanti servitori dello Stato che al contrasto ai clan hanno dedicato la vita. Indebolire una normativa costata sangue e sacrifici, che ha portato lo Stato a mettere a segno risultati importanti, sarebbe imperdonabile”. E Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, commenta: “La posizione dell’Avvocatura dello Stato è una resa incondizionata, il pagamento di una cambiale sulla trattativa, una diretta conseguenza del cambio di governo. Con il ministro Bonafede e con il governo Conte non sarebbe mai avvenuto. Ritengo sia veramente il colpo di grazia che stanno dando a Borsellino e Falcone dopo averli uccisi. A 30 anni di distanza stanno pagando la più grande e grossa cambiale prevista dalla trattativa, la più importante richiesta inserita da Riina nel papello”.

 

fonte teleacras Angelo Ruoppolo