Da Chieri a Montecitorio e a Torino: dagli ambulanti alle partite IVA la protesta aumenta. 

Lucianella Presta, PdF Piemonte: «i lavoratori esasperati preannunciano la disobbedienza civile»

Ieri, 5 aprile u.s., si è svolta a Chieri la protesta degli ambulanti non alimentari. Hanno sistemato i loro banchi esponendo al posto della merce, per evitare di essere multati, cartelli di protesta, grida di aiuto di una categoria che non ce la fa più. Sindaco ed Assessori hanno dimostrato solidarietà e comprensione, sospendendo la tassa di occupazione del suolo pubblico e riducendo la tassa rifiuti. Misure a portata di amministrazione locale che non sono però sufficienti a risolvere un dramma che è nazionale e che deve essere affrontato e risolto dal governo. Anche la gente che fa la spesa, con le mascherine e a debita distanza, è solidale.

Diversa la situazione del 6 aprile nel piazzale antistante Montecitorio, dove si è svolta una accesa manifestazione di protesta, con oltre 10.000 presenti dichiarati, trasmessa in diretta dalla pagina “IoApro”, che rappresenta l’aggregazione di alcune associazioni tra le più colpite. Oltre ad “Io apro”, “Mio Italia”, “La rete delle partite Iva”, “Apit Italia” e “Pin”. Appelli alle forze dell’ordine, richiami forti al premier, segnali di una misura colma che non può accontentarsi di “ristori” mentre aspira solo a recuperare il diritto al lavoro.

«Impressionante seguire in diretta la testimonianza di tanta sofferenza che rischia di degenerare in risentimento incontenibile – dichiara Lucianella Presta, Coordinatore de Il Popolo della Famiglia- Piemonte – Per domani 7 aprile è prevista una azione di portata nazionale in cui i commercianti, ambulanti, partite IVA, proprietari di palestre, ecc. apriranno le proprie attività all’insegna dello slogan IO apro. A Torino, il G.O.I.A, Gruppo Organizzato Imprese Autonome, già in occasione dell’importante manifestazione della settimana scorsa, messa in atto dagli ambulanti che hanno percorso le vie di Torino con oltre 800 furgoni, ha previsto per domani la riapertura delle attività. La loro disobbedienza ai DPCM dimostra come l’esasperazione, a fronte dell’ignavia del governo, rischi di generare tensioni insostenibili. Il Popolo della famiglia comprende appieno lo stato d’animo di queste categorie. Si impegna a farsi carico delle loro legittime esigenze in tutte le circostanze che si presenteranno. Aiuti concreti e certezza che “i piccoli diventano grandi” e sanno come ripartire»