Rinviato a giudizio per calunnia e diffamazione l’ex pentito Calcara. Ciminnisi: Il tempo è galantuomo!

Che le accuse mosse dall’ex pentito Vincenzo Calcara contro il Procuratore aggiunto di Caltanissetta, dott. Gabriele Paci e l’avv. Fabio Trizzino – difensore legale dei familiari del Giudice Paolo Borsellino – fossero strumentali, non abbiamo mai avuto alcun dubbio”.

 

Ad affermarlo è Giuseppe Ciminnisi, coordinatore nazionale dei familiari di vittime innocenti di mafia dell’associazione ‘I cittadini contro le mafie e la corruzione’.

 

Calcara, va ricordato, aveva inviato alla Corte di Assise di Caltanissetta più lettere ed esposti contro il magistrato, accusandolo di abuso di ufficio, diffamazione in suo danno, falsa testimonianza e favoreggiamento aggravato, mentre il pm Paci in quel momento era impegnato nel processo che avrebbe poi portato alla condanna all’ergastolo di Matteo Messina Denaro.

 

Accuse scaturite dal fatto che il Procuratore aggiunto non lo aveva citato tra i collaboratori da sentire nel corso del processo, avendolo ritenuto inattendibile, e avendo poi evidenziato nel corso della sua requisitoria come il Calcara avesse in precedenza “inquinato il pozzo” con dichiarazioni che avevano distolto le attenzioni degli investigatori dai vertici di “cosa nostra” trapanese, indirizzandoli su false piste.

 

L’ex pentito, inoltre, incolpava del reato di diffamazione aggravata, pur sapendolo innocente, l’avv. Trizzino, difensore di parte civile per conto di Borsellino Manfredi, Borsellino Lucia e Borsellino Fiammetta, figli del Giudice ucciso nel corso della strage di via D’Amelio, per avere, a suo dire, abusato nell’avere sostituito l’Avv. Greco, per tornaconti personali e per difendere il suo amico Gabriele Paci, affermando che lo aveva falsamente diffidato in nome e per conto dei figli del Giudice Borsellino dall’utilizzare il loro nome, accusandolo inoltre di averlo diffamato dichiarando di ritenerlo inattendibile.

 

Il tempo è galantuomo – prosegue Ciminnisi – e la fissazione dell’udienza preliminare (che si terrà presso il Tribunale di Catania il 13 settembre) che vede Vincenzo Calcara – difeso dall’avv. Antonio Mariano Cosentino – imputato del delitto di calunnia e diffamazione aggravate e continuate, non è altro che la conferma di un tentativo posto in essere da parte dell’ex pentito di aver voluto interferire pesantemente nel processo tenutosi a Caltanissetta contro Matteo Messina Denaro, poi condannato per le stragi di Capaci e via D’Amelio.

 

Le accuse di Calcara, rischiavano di trasformarsi di riflesso in accuse all’importante ufficio cui era preposto il Procuratore aggiunto Dott. Gabriele Paci, in un momento delicatissimo del processo per le stragi di Capaci e via D’Amelio, una delle più controverse storie giudiziarie d’Italia, ricca di misteri, depistaggi e falsi pentiti.

 

L’accoglimento da parte del G.I.P. di Catania, dott.ssa Simona Ragazzi, della richiesta di rinvio a giudizio depositata dal Pubblico Ministero, dott. Francesco Giuseppe Puleio, rappresenta un ulteriore passo avanti per rimuovere le ombre che l’ex pentito aveva gettato sull’operato dei magistrati di Caltanissetta e sulla correttezza dell’avv. Trizzino, nonché, voglio sperare, il punto di partenza che permetta di comprendere quali fossero le ragioni per le quali Calcara ha tentato in ogni modo di interferire sul processo a Matteo Messina Denaro.

 

In nome dell’Associazione e dei familiari delle vittime innocenti di mafia che rappresento – conclude Giuseppe Ciminnisi – ribadisco la mia solidarietà e vicinanza al Dott.e Paci, all’Avv.. Trizzino e alla famiglia Borsellino, costretti a dover subire attacchi vili e inqualificabili da parte di soggetti le cui finalità non sono mai state chiare”.

 

Giuseppe Ciminnisi

Coordinatore nazionale

Familiari Vittime di mafia

Ass. I Cittadini contro le mafie e la corruzione