Sicilia, emergenza sbarchi

Impennata di sbarchi di migranti in Sicilia. Con due Ong ne sono approdati più di 800. Musumeci si appella a Draghi affinchè sia dichiarato lo stato d’emergenza: “Così non si può andare avanti e io non farò finta di nulla”.

Centinaia di migranti, e dopo tante centinaia sono migliaia, attraversano il Mediterraneo e approdano a Lampedusa. Il Centro d’accoglienza dell’isola, in contrada Imbriacola, è sovraffollato, anche oltre 5 volte la capienza, ovvero non più di 250 posti. E poi due navi Ong, con a bordo centinaia di extracomunitari di tante e diverse etnie, sono approdate nel corso delle ultime ore in Sicilia. A Trapani ha gettato l’ancora la tedesca Sea Watch 3, con 257 migranti e 70 minori non accompagnati. Tutti sono stati sottoposti al tampone prima di essere trasbordati sulla nave quarantena dove trascorreranno il periodo di osservazione prima di essere trasferiti nei vari centri d’accoglienza dell’isola. E a Pozzallo, invece, è approdata la nave Ocean Viking, della ong Sos Mediterranee, con a bordo 549 migranti, salvati in diverse operazioni di soccorso innanzi alle coste della Libia. Tra i 549 vi sono 502 uomini, di cui 107 sono minori quasi tutti non accompagnati, e poi 47 sono le donne, tra cui 11 minorenni. Sono stati sottoposti al tampone rapido, e 30 sono risultati positivi al coronavirus. A fronte di quanto accade, il presidente della Regione, Nello Musumeci, che ha appena dichiarato lo stato di emergenza per gli incendi in Sicilia, lancia un appello al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, affinchè sia dichiarato un altrettanto stato d’emergenza: per gli sbarchi dei migranti. E Musumeci è intervenuto così: “Non amo ripetermi e neppure alimentare polemiche sterili. Dico con forza che la Sicilia continua a essere presa d’assalto dagli sbarchi, e che le politiche nazionali non riescono a bloccare questo criminale commercio di carne umana. I viaggi dei ministri degli Esteri e dell’Interno sull’altra sponda del Mediterraneo non stanno raggiungendo gli obiettivi sperati. E l’Europa guarda complice e silente. La Sicilia è la frontiera a sud di un Continente che preferisce girarsi dall’altro lato, mentre la disperazione sale dall’Africa, cercando in Sicilia la porta di accesso a una vita che in queste condizioni non potrà mai essere migliore”. E poi Musumeci invoca: “Mi appello al presidente Draghi: serve un segnale forte e ormai può venire solo da lui. Faccia quello che non ha voluto fare chi l’ha preceduto e dichiari lo stato di emergenza per gli sbarchi. C’è un mix pericoloso tra numeri crescenti degli immigrati, situazione epidemiologica regionale e la prognosi di crescita di entrambe le situazioni nelle settimane più calde per il turismo e per l’economia siciliana. Gli hotspot al collasso e le persone ammassate l’una sull’altra non possono essere nascoste, e lasciano trasparire l’immagine forte di un’accoglienza finta che non rispetta la dignità dell’uomo”. E poi il presidente conclude: “Serve un gesto forte che ci consenta di adottare misure di compensazione finalmente adeguate e che dia un messaggio chiaro a chi, a Bruxelles, fa di tutto per non assumersi chiare responsabilità. Una cosa è certa: così non si può andare avanti e io non farò finta di nulla”.

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