Incendi e immigrazione sul tavolo nazionale

Le emergenze incendi e immigrazione in Sicilia sul tavolo del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica riunito a Palermo. Gli interventi di Lamorgese e Musumeci.

La Prefettura di Palermo è stata cornice della tradizionale riunione Ferragostana del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. E la città di Palermo è stata scelta dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, a fronte delle emergenze incendi e immigrazione che incombono in Sicilia. E in riferimento ai flussi migratori verso le coste siciliane, il ministro ha ribadito la necessità di risollevare le condizioni economiche e sociali dei Paesi di provenienza dei migranti. E ha affermato: “La vita sociale, economica e finanziaria delle terre di transito dei migranti si può risolvere con robusti interventi da parte dell’Europa, che su questo sta lavorando. Prossimamente, credo, avremo l’esito delle richieste, avanzate da me e dal premier Draghi durante l’ultimo Consiglio europeo, di destinare delle risorse ai Paesi d’origine degli immigrati, per risollevare la situazione politica, sociale ed economica. Il flusso migratorio è anche la conseguenza dell’instabilità di quei territori. Gli interventi per migliorare la stabilità si rifletteranno anche sui flussi migratori”. E poi ha aggiunto: “Quando ho scelto Palermo per la riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica ho pensato che era il periodo più intenso di arrivi di flussi migratori. Non ho voluto nascondermi, ho voluto metterci la faccia e ho ritenuto di dovere essere vicini a una terra di primo approdo dei migranti, che merita rispetto e ringraziamento per tutte le attività che i sindaci si trovano a dovere affrontare”. E poi, a proposito degli incendi e di una presunta cabina di regia delle fiamme, Luciana Lamorgese ha commentato: “Non ci sono evidenze in questi termini, cioè di una regia occulta che lega i roghi che sono scoppiati in varie regioni. Non sono stati ravvisati collegamenti con la criminalità organizzata. Certamente occorre una cultura volta a preservare l’ambiente e il territorio. Ci sono i piromani e quindi gli incendi, per alcuni aspetti dolosi. Le pene previste sono dai 3 ai 7 anni, ma si è affrontato il tema dei processi che con difficoltà arrivano al termine. Bisogna anche tenere conto del fortissimo vento e delle alte temperature. E’ difficile individuare gli incendiari perché le aree sono vaste, si tratta di terreni incolti, ma quando le forze dell’ordine vanno sul campo, ed entrano in azione, si effettuano gli arresti in flagranza di reato”. E poi, sul rischio di infiltrazioni criminali e mafiose nei fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il ministro Lamorgese ritiene fondato tale timore, ed è intervenuta così: “Dobbiamo stare sempre più attenti perché non ci sia un’infiltrazione nell’economia legale, e perché l’azione di contrasto alla mafia prosegua. E il ministero dell’Interno l’ha rafforzata. Abbiamo stipulato un protocollo d’intesa con l’Associazione nazionale dei costruttori edili dando la possibilità all’Ance di consultare la Banca nazionale antimafia del ministero affinchè si possano verificare i profili dei propri partner”. Ed il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha posto sul tavolo del Comitato soprattutto l’emergenza incendi. E ha recriminato maggiori risorse. Così: “Quest’estate abbiamo dovuto affrontare emergenze importanti, come quella degli incendi, e dobbiamo operare perché non si verifichi più quanto sta accadendo in Sicilia ormai da troppi anni. Già da settembre è necessario un tavolo di lavoro comune, perché per ottenere questo risultato abbiamo bisogno di molti più uomini, mezzi e di ulteriori risorse. La Regione dal canto suo farà la propria parte”.

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