Cortese su Messina Denaro

Dopo quanto confermato innanzi al Tribunale di Marsala, ecco ciò che ha da tempo sostenuto l’ex questore di Palermo, Renato Cortese, su Matteo Messina Denaro.

Renato Cortese, 55 anni, è in Polizia dal 1991 e nel suo biglietto da visita è scritto: 11 aprile 2006, la cattura di Bernardo Provenzano, ad opera del gruppo cosiddetto “Duomo”, diretto dallo stesso Cortese. Ebbene, Renato Cortese, ex questore a Palermo, è stato appena ascoltato innanzi al Tribunale di Marsala, durante una udienza del processo frutto dell’inchiesta antimafia cosiddetta “Annozero”, e a domanda ha risposto confermando quanto già sostenuto in altre occasioni e, in particolare, in un’intervista al “Sole 24 Ore” risalente al gennaio del 2019, ovvero che il boss latitante Matteo Messina Denaro non è al vertice della Cupola regionale di Cosa Nostra e non è la stella polare della mafia siciliana. Ed è molto difficile che lo sia. E poi ha spiegato: “I palermitani hanno sempre mal tollerato i corleonesi. Secondo me, quindi, Messina Denaro non può essere l’erede di Riina. Sicuramente ha un ruolo importante a livello provinciale”. Ed ecco dunque ciò che ha affermato, e adesso confermato in aula, Renato Cortese: “In questo momento storico, dalle indagini su Palermo, ma anche su tutte le altre province siciliane, non credo emerga un ruolo attivo del latitante Matteo Messina Denaro nel panorama criminale e mafioso siciliano. Per cui è un soggetto che probabilmente non ha più alcun ruolo nell’organizzazione e che quindi è defilato, non lascia tracce, non partecipa alle riunioni, non ha strategie criminali, gli affiliati non rendono conto a lui. E’ un soggetto che si sta facendo la sua latitanza probabilmente anche fuori dalla Sicilia”. E poi, volgendosi verso il futuro, Renato Cortese ha prospettato: “Matteo Messina Denaro dovrà pagare i conti con la giustizia e speriamo che presto sia arrestato, però va tenuto presente che la mafia è un’altra cosa rispetto alla singola cattura di un latitante. Per cui far diventare prioritario l’arresto di un latitante non vuol dire strategicamente sconfiggere definitivamente la mafia: primo perché è latitante, e l’organizzazione già mette in conto che prima o poi sarà catturato, e secondo perché il latitante Messina Denaro in modo particolare non ha alcun ruolo all’interno di Cosa Nostra” – ha concluso Cortese. L’ultima traccia concreta del capomafia risale al 1996 quando Francesca Alagna ha partorito Lorenza, figlia di Matteo Messina Denaro.

fonte teleacras angelo ruoppolo