Beni culturali “chiusi” in Sicilia, stop alle aperture sabato e festivi

Diffide ai dirigenti regionali delle strutture periferiche dei beni culturali della Regione Siciliana per aver utilizzato in modo irregolare il personale in servizio nei siti. Ad averne dato notizia di questa iniziativa sono Michele D’Amico, responsabile regionale del Cobas/Codir per le politiche dei beni culturali, e Simone Romano, coordinatore regionale del Cupas/Codir, movimento che aderisce al Cobas/Codir. “Abbiamo diffidato i dirigenti responsabili delle strutture periferiche – commentano D’Amico e Romano – per avere utilizzato il personale turnista in maniera difforme al dettato contrattuale”. Ad essere stato annunciato che di quanto accaduto sarà informata la Procura della corte dei conti relativamente all’ipotizzato danno erariale per un utilizzo delle risorse del Ford 2021 in violazione degli istituti contrattuali del contratto collettivo regionale di lavoro 2016-2018.

L’organizzazione di categoria ricorda di avere già avuto lo scorso mese di agosto dei sentori negativi sulla vicenda: “Il 10 agosto scorso, dopo un incontro con il dirigente generale, il capo di gabinetto e il dirigente dell’unità I di Staff, – si legge sempre nella nota – abbiamo dichiarato di essere fortemente preoccupati sia per il mancato pagamento di quanto spettante al personale per le prestazioni rese lo scorso anno, come da accordo sottoscritto tra amministrazione e sindacati nell’ottobre dello scorso anno, sia per la mancata possibilità di sottoscrizione di un accordo sindacale, per il corrente anno, in un apposito tavolo negoziale alla presenza di tutte le organizzazioni sindacali rappresentative, al fine di derogare pattiziamente il limite del terzo dei festivi effettuabili, dal personale con attività a ciclo continuo, nell’arco dell’anno solare”.

È trascorso più di un mese da quell’ultimo incontro e per il Cobas Codir ci sono delle responsabilità di inerzia: “Il vertice assessoriale, oltre a svolgere il canonico e, allo stato attuale, infruttuoso compitino di interlocuzione epistolare con il dipartimento Economia nel vano tentativo di recuperare le risorse necessarie a remunerare quanto spettante al personale, – precisano i vertici del Cobas e Cupas – ha deciso di non convocare le organizzazioni sindacali; ciò, in spregio proprio nei riguardi di quell’unico personale che, durante il periodo del lockdown da covid19, è stato precettato con apposito decreto a prestare in presenza la propria attività lavorativa allo scopo di salvaguardare il patrimonio culturale presente nell’isola”.

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