Pedo-pornografia, 13 arresti, 21 denunciati

Inchiesta della Procura di Palermo e della Polizia postale sullo sfruttamento sessuale dei minori sul web. 13 arresti e 21 denunciati in tutta Italia.

La Procura di Palermo e la Polizia Postale hanno arrestato 13 persone e ne hanno denunciate altre 21 a conclusione di una indagine sullo sfruttamento sessuale dei minori online coordinata dal procuratore, Francesco Lo Voi, e dall’aggiunto Annamaria Picozzi. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di divulgazione, cessione e detenzione di materiale pedo-pornografico. Dall’inchiesta, che si è protratta circa un anno e mezzo, sono emersi collegamenti tra cittadini italiani e stranieri che avrebbero detenuto e scambiato su internet foto e video con atti sessuali tra adulti e minori, violenze sessuali subite da bambini e a volte anche immagini pedo-pornografiche di neonati. Complessivamente sono stati sequestrati più di 250mila file. Per scovare i presunti pedo-pornografi, la Procura di Palermo ha autorizzato le attività di indagine sotto copertura, con il coordinamento nazionale del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni. Gli operatori si sono infiltrati in canali specifici di scambio del materiale illecito, che gli indagati hanno ritenuto affidabili grazie all’anonimato garantito dalla rete. E gli infiltrati sono riusciti a scoprire le utenze adesso incriminate in 13 diverse regioni italiane dove, nel corso delle perquisizioni domiciliari, gli investigatori della Polizia Postale hanno sequestrato numerosi dispositivi informatici utilizzati anche per la conservazione dei file, spesso nascosti in contenitori come provette e confezioni per farmaci. Sul posto è stata eseguita la perquisizione informatica, e, quando l’esito è stato immediato e positivo, è scattato l’arresto in flagranza di reato dei 13, diversamente dagli altri 21 che hanno subito la denuncia penale. Tra gli inquisiti vi sono lavoratori autonomi o dipendenti, professionisti laureati o persone con il diploma di terza media, giovani e anziani, a testimonianza che la diffusione del raccapricciante fenomeno è trasversale. In Italia le città interessate dagli arresti e dalle perquisizioni sono Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Milano, Napoli, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Torino, e Trento. Gli investigatori, oltre agli accertamenti informatici, hanno utilizzato, a supporto delle contestazioni di reato, le tecniche tradizionali come il sopralluogo, il pedinamento e l’osservazione dei sospettati. Adesso si è alla ricerca dei canali esteri. E, soprattutto, si è impegnati a identificare le vittime degli abusi, per garantire a loro sicurezza e adeguati percorsi di recupero.

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