IL blitz contro Messina Denaro tra nomi vecchi e qualche nome con la giacca

La Procura di Palermo continua sulla strategia della “terra bruciata” . Una modalità che va avanti da oltre 10 anni e che ha messo sotto inchiesta centinaia di residenti nel territorio di Matteo Messina Denaro. E’ evidente che la DDA di Palermo rimane convinta che il boss, continui a “vivere” nel suo territorio per controllare tutto sui clan. Il problema rimane sempre lo stesso: la mancata cattura. L’operazione di oggi , tocca nomi già conosciuti ma anche “qualcuno” facente parte del club della giacca. Un fatto non nuovissimo. Sulla linea dei ” giacca e cravatta”non sempre le indagini sono state incisive e chiare. Ancora una volta occorre capire i risultati tangibili di questa grande operazione.

Azioni, arresti ,blitz, inchieste e rastrellamenti che durano da molti anni. Quanto potrà reggere ancora questa pressione giudiziaria e mediatica una città come Castelvetrano che orma è paragonabile alla città di Beirut. La pressione dovrebbe servire anche come “leva” a far stancare in modo tale da portare qualche effettivo sodale di Matteo Messina Denaro, al tradimento e alla segnalazione del possibile covo ai poliziotti. Provano anche questa tecnica da almeno 10 anni. Risultato, il boss è libero e introvabile. E’ chiaro che, come diceva Falcone, bisogna sempre tener presente la pista dei soldi. Tanti soldi. La latitanza costa. Ancora rumore, purtroppo, che non ha portato al suo arresto

da Live Sicilia

PALERMO – Venti nomi, molti dei quali già noti alle forze dell’ordine. È l’elenco delle persone che stanno subendo una perquisizione da parte dei poliziotti delle squadre mobili di Palermo, Trapani e Agrigento, coordinati dal Servizio centrale operativo nell’ambito del blitz mirato a stanare il superboss della mafia Matteo Messina Denaro. Su di loro si concentrano le indagini della Direzione distrettuale antimafia palermitana.

L’ex consigliere comunale
C’è ad esempio Calogero Giambalvo, ex consigliere comunale di Castelvetrano, arrestato e poi assolto in primo e secondo grado: si era inventato di avere incontrato in campagna Matteo Messina Denaro mentre cacciava.
E c’è pure il nome di Giovanni Campo, figlio di Pietro, uomo vicino a Messina Denaro. Ed è nei pressi della masseria di Campo, a Santa Margherita Belice, che è stato filmato Matteo Messina Denaro a bordo di un Mitsubishi Pajero. Era il 2009 e sarebbe l’ultima immagine del latitante a disposizione degli investigatori. I poliziotti sono al lavoro a Castelvetrano, Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Partanna, Mazara del Vallo, Santa Margherita Belice e Roccamena. Quest’ultimo è un comune in provincia di Palermo.

Tutti i nomi

Ecco l’elenco completo delle persone sospettate di aver avuto, in passato o più di recente, contatti con Matteo Messina Denaro. Potrebbero averlo aiutato a nascondersi o potrebbero conservare documenti del utili nella caccia al latitante: Salvatore La Cascia (Campobello di Mazara), Giuseppe Giambalvo (Roccamena), Pietro Giambalvo (Santa Ninfa), Isidoro Cammarata (Castelvetrano), Filippo Mangione (Partanna), Nicola Pandolfo (Partanna), Laura Bonafede (Campobello di Mazara), Cataldo (Campobello di Mazara), Giovanni Campo (Santa Margherita Belice), Piero Guzzardo (Santa Margherita Belice), Filippo Messina (Castelvetrano), Giovanni Furnari (Castelvetrano), Pasquale Zinnanti (Partanna), Lorenzo Catalanotto (Castelvetrano), Antonio Trinceri (Partanna), Tommaso Tumbarello (Partanna), Antimo dell’Aquila (Campobello di Mazara), Rosario Scalia (Partanna), Calogero Giambalvo (Castelvetrano) , Alessandro Messina (Mazara del Vallo).

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