Mafia, estorsioni, riciclaggio e musica neomelodica, sgominato nel catanese il clan del rione “Picanello”

Nove persone arrestate e condotte in carcere e quattro sottoposte all’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria: è il bilancio del blitz dei carabinieri scattato tra Catania e la provincia di Vicenza contro un gruppo criminale attivo nel rione Picanello del capoluogo etneo. Un indagato è all’estero, ed è ricercato.

I reati ipotizzati a vario titolo sono associazione mafiosa, concorso esterno all’associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e procurata inosservanza di pena, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare la famiglia di Cosa Nostra catanese “Santapaola Ercolano – gruppo di Picanello”. L’indagine, denominata “Picaneddu”, ha consentito di definire la struttura, individuando il capo, gli organizzatori e i ruoli degli affiliati al gruppo.

In particolare, è emerso come l’organizzazione garantisse gli “stipendi” agli affiliati attraverso la gestione della cosiddetta “cassa comune” alimentata dai proventi di estorsioni, attività di “recupero crediti”, traffico di stupefacenti e case da gioco clandestine. Le indagini sono state avviate dopo l’arresto del capo del gruppo, Giovanni Comis, liberato da poco e ricondotto in carcere. A riorganizzarlo sarebbe stato Carmelo Salemi, con la collaborazione di Giuseppe Russo e Vincenzo Scalia, tra gli arrestati.

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