La Sicilia è all’estero

Il report della Fondazione Migrantes: la Sicilia è prima in Italia per emigrati all’estero. Nell’Isola, Licata è la terza città con più espatriati dopo Palermo e Catania. La provincia di Agrigento è prima.

Nel 2019 sono partiti 12mila, e nel 2020, nonostante sia stato l’anno bisestile terribile della pandemia covid, 10.400 siciliani hanno salutato la Sicilia con un biglietto di sola andata. E si sono aggiunti ai circa 800mila siciliani residenti all’estero. E dall’ultimo report “Italiani nel mondo”, della Fondazione Migrantes, emerge che la Sicilia è prima in Italia per residenti all’estero. In soli 10 anni sono mancati all’appello 220mila residenti nell’Isola: dai 5 milioni e 60mila del 2011 ai 4 milioni 840mila di adesso. Negli anni ’80 Palermo ha raggiunto 700mila abitanti. Dal 1991 a oggi si sono dileguati 63mila. Oggi, secondo dati Istat di agosto, sono 637.600. Palermo è la prima, tra le città, per “valige di cartone” che si sono trasferite all’estero. Fuori dai confini italiani dimorano 35.700 palermitani. Poi 22.800 catanesi. Poi la terza è Licata, in provincia di Agrigento, dove non vi è più traccia di 17.200 licatesi, su 35mila abitanti. E non è un caso. Infatti, la provincia siciliana con più emigrati è l’agrigentina, da dove sono spariti 158.700 cittadini. A Palma di Montechiaro gli abitanti sono 21mila, e poco meno di 12mila sono all’estero. A Favara si contano 32mila residenti, e altri 10.600 sono fantasmi. E dove espatriano i siciliani? Dunque, ancora secondo la Fondazione Migrantes ecco le prime tre mete privilegiate: 248mila risiedono in Germania, che accoglie il 31 per cento degli emigrati. Poi 100mila in Belgio, e altri 100mila in Argentina. Una degli analisti della Fondazione, Delfina Licata, commenta: “La pandemia non ha fermato l’esodo. E’ solo cambiato l’identikit: prima del covid partivano intere famiglie e anziani che si ricongiungevano con familiari. Adesso partono uomini non sposati fra i 18 e i 35 anni, e in alcuni casi giovani coppie”. E alcuni Comuni rischiano addirittura l’estinzione demografica. Ad esempio, in provincia di Caltanissetta, ad Acquaviva Platani, i residenti sono 900, e per ciascuno di loro vi sono 3 emigrati, circa 2.500. Quindi, gli emigrati sono più dei residenti. E così è in tanti altri Comuni: Basicò, Limina, Pettineo, Mirabella Imbaccari, Tripi, Villarosa, Sutera e l’agrigentina Santa Elisabetta sono tra i primi 20 in classifica per lo spopolamento. E in un altro paese agrigentino confinante con Santa Elisabetta, a Sant’Angelo Muxaro, il sindaco Angelo Tirrito si rammarica così: “Quest’anno, 2021, abbiamo avuto solo 2 nascite e 47 morti. 1.191 sono residenti, e altri 2.546 sono in Belgio a La Louvière, in Germania a Markgröningen, o in Inghilterra a Belford. “Io – aggiunge il sindaco Tirrito – sono nato nel 1991, ho 30 anni, e della mia classe a scuola, con una ventina di ragazzi, siamo rimasti in 5. E una è la vice sindaco. Siamo una piccola comunità a vocazione agricola, e i giovani scappano lasciando un enorme patrimonio immobiliare vuoto che si riempie solo d’estate e a Natale”. Punto. In conclusione, secondo stime Istat, nel migliore dei casi, nel 2065 in Sicilia vi saranno 4 milioni e 400mila abitanti. Nel peggiore, poco meno di 3 milioni e mezzo. “Sicilia chianci”, cantava Rosa Balistreri.

 

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