INVIATO SOLLECITO ALLA CORTE DI CASSAZIONE CONTRO IL PATTEGGIAMENTO DELL’AVV. PIERO AMARA. Avellino.

INVIATO SOLLECITO ALLA CORTE DI CASSAZIONE CONTRO IL PATTEGGIAMENTO DELL’AVV. PIERO AMARA.

Avellino.

L’avvocato Tiziana Teodosio,

quale difensore dell’ex ristoratore Francesco Bongiovanni, residente a Siracusa, ha inviato ricorso per Cassazione contro il patteggiamento proposto dall’avvocato Piero Amara, su concorde richiesta dei Pubblici Ministeri Andrea Palmieri e Marco Dragonetti e dell’avvocato Giorgio Assenza, e accolto dal Giudice dell’udienza preliminare Salvatore Palmeri il quale ha applicato all’imputato la pena di mesi nove di reclusione. L’avvocato Piero Amara e il suo collega avvocato Attilio Toscano (quest’ultimo è stato rinviato a giudizio dal Gup Palmeri) sono finiti alla sbarra in seguito al fallimento della società Sai8 che gestiva a Siracusa il servizio di rifornimento dell’acqua potabile e dello smaltimento delle acque reflue e fognarie. Il coinvolgimento dei due noti avvocati nell’inchiesta sul fallimento di Sai8 è stato determinato dalle parcelle presentate alla società dell’erogazione dell’acqua per degli esorbitanti importi: l’avvocato Piero Amara ha ottenuto il pagamento di una fattura di un milione e 600 mila euro, mentre il suo collega avvocato Attilio Toscano ha incassato un milione e centomila euro. Secondo il signor Francesco Bongiovanni il patteggiamento proposto dall’avvocato Piero Amara non si doveva celebrare perché la pena prospettata dai Pubblici Ministeri Palmieri e Dragonetti era irrisoria (inizialmente di 5 mesi di reclusione, poi elevato a 9 mesi). Ma il Gup Salvatore Palmeri rigettò la richiesta affermando nell’ordinanza che non rientrava nelle sue competenze rigettare la proposta di patteggiamento concordata tra la Procura della Repubblica di Siracusa e il difensore dell’avvocato Amara. A seguito di quel rigetto il patteggiamento è stato poi celebrato e il signor Francesco Bongiovanni ha incaricato l’avvocato Tiziana Teodosio di ricorrere per Cassazione, affinché venga annullata la sentenza di applicazione della pena a richiesta delle parti. L’avvocato Piero Amara è attualmente detenuto nella Casa Circondariale di Orvieto per espiare la pena di 4 anni e due mesi irrogatagli dai giudici di Roma e Messina per reati finanziari contestatigli dalla Procura della capitale e di quelli contestagli nell’ambito dell’inchiesta “Sistema Siracusa” dalla Procura della Repubblica peloritana. I nove mesi patteggiati a Siracusa non sono stati ancora sommati in quanto i magistrati del Tribunale di Sorveglianza di Roma attendono che la sentenza di applicazione della pena a richiesta delle parti pronunciata dal Gup del Tribunale di Siracusa diventi definitiva.

Nel suo ricorso per Cassazione l’avvocato Teodosio, del Foro di Avellino, tra l’altro scrive: “I nomi degli indagati Attilio Toscano e Piero Amara sono ben noti alle cronache giudiziarie non solo aretusee. Difatti, già con lo scandaloso processo ‘Sistema Siracusa’ si evidenziava la caparbietà riduzionistica degli inquirenti che venne criticata dalla procura distrettuale di Messina, competente ex art. 11 Cpp in quanto risultavano coinvolti, e non a caso, componenti dell’ordinamento giudiziario, inseriti in quel meccanismo per determinare un effetto, per così dire, di ‘protezione’ o di ‘scudo umano’ rispetto ad eventuali azioni di controllo: assoldare nel ‘Sistema’ un magistrato serviva sia per realizzare gli scopi diretti del disegno criminoso volta per volta a realizzare, sia anche per assicurarsi una protezione (per l’appunto) ‘sistemica’ in quanto mai un giudice avrebbe potuto *immaginare che un insospettabile Collega fosse coinvolto in quel ‘sistema’ e, quando fosse emersa tale partecipazione, ogni indagine sarebbe stata inutilizzabile per violazione della competenza art. 11 Cpp. Con questa sorta di valvola a doppia stagna, il meccanismo ha potuto funzionare ben oliato con risorse pubbliche o con il ricavato delle stesse operazioni illecite per molti anni, pressoché indisturbato, anche perché osando soltanto denunciare tale situazione o soltanto esercitando il proprio diritto di agire e resistere in giudizio per la tutela dei propri diritti, se -come spesso accade- in contrasto con i detti obiettivi o scatenando appetiti sulle questioni sottoposte al vaglio giudiziario, l’onesto cittadino viene o semplicemente ignorato o, in alcuni casi, assoggettato a continue vessazioni giudiziarie o istituzionali. Così è del ricorrente, il quale, per avere osato denunciare illeciti in suo danno, siccome in contrasto con gli interessi del ‘comitato’ è stato dapprima brutalmente ignorato e poi fatto oggetto di vere e proprie ritorsioni istituzionali, al punto che si è visto costretto a denunciare più volte proprio alcuni funzionari del tribunale aretuseo, per fatti ricollegati al detto ‘sistema’. Il ricorrente denuncia: a) Di essere una delle numerose vittime del sistema Siracusa; b) Di essere stato rinviato a giudizio pretestuosamente dall’allora PM LONGO Giancarlo (questo poi condannato per fatti similari e, conseguentemente, collocato fuori servizio dalla magistratura) con un processo poi archiviato per insussistenza della notitia criminis dopo sei anni, e soltanto dopo la sostituzione del giudice; c) Di avere subito la pretesa prepotente e illecita del pagamento di bollette emesse senza lettura reale, per l’erogazione del servizio idrico, in maniera esagerata e per migliaia di euro da parte del consorzio SAI8 proprio all’epoca delle vicende delittuose di cui sopra, di fatto per finanziare il sistema dietro la concreta minaccia della interruzione o sospensione del servizio che non sarebbe stato riattivato se non dietro pagamento anche di sanzioni e comunque con l’interruzione delle attività lavorative. La privazione del ricorrente, e di molti altri cittadini estranei alle cerchie di tali comitati, della possibilità di esercitare concretamente il diritto di agire e resistere in giudizio per la tutela dei propri diritti costituisce reato gravissimo e attentato alla Costituzione di cui sono responsabili, nel distretto di Siracusa, anche gli attuali indagati. Lo svolgimento stesso delle indagini e del primo processo sono espressione di tale vantaggio a detrimento del privato cittadino: tali delitti per i quali oggi sono incriminati TOSCANO Attilio Luigi Maria e AMARA Piero hanno potuto essere realizzati soltanto in quanto gli stessi partecipavano di una vera e propria organizzazione, nella quale ricoprivano ruoli ben precisi”.

ECCO IL LINK DEL VIDEO https://fb.watch/9qBkOdgnDk/

ECCO IL LINK DELL’ARTICOLO DEL DIARIO 1984 https://www.diario1984.it/2021/11/28/lex-ristoratore-bongiovanni-ha-proposto-ricorso-per-cassazione-contro-il-patteggiamento-dellavvocato-piero-amara-per-il-crac-di-sai8/