Dalle macerie il corpo di Selene, l’urlo disperato della madre, “Lasciate morire anche me”

“Non voglio più vivere. Non voglio, lasciate morire anche me“. Sono le parole, quasi più forti di quel boato, che sono state pronunciate con disperazione dalla mamma si Selene quando i soccorritori hanno ritrovato il corpo della figlia, moglie di Giuseppe Carmina, anche lui finito sotto l’inferno di Ravanusa.

Urla disperate e silenzi

Scene surreali ieri tra la via Trilussa e la via Galileo Galilei a Ravanusa mentre i soccorritori continuavano a scavare alla ricerca dei dispersi. Lì c’era un papà immobile che aspettava nel silenzio più cupo interrotto dalle urla disperate della mamma di Selene quando ha visto il corpo estratto da quella montagna di sassi. Una scena a cui nemmeno i vigili del fuoco non hanno saputo contenere la commozione.

Il dramma di due genitori

Luigi Pagliarello, padre di Selene non ha chiuso occhio e non ha mangiato nulla per tutto il tempo in cui sono andate avanti le ricerche. Poi il crollo al momento dell’estrazione della figlia dalle macerie. Stavano per diventare nonni per la prima volta me quelle urla di disperazione sono il segnale di un dolore immane, incolmabile, troppo difficile da accettare. “Non voglio più vivere. Non voglio, lasciate morire anche me”, ha gridato la mamma di Selene.

Selene diventata figlia di tutti

“Abbiamo sperato fino all’ultimo momento, non perché gli altri non fossero importanti ma questa ragazza è diventata un po’ la figlia di tutti e purtroppo la cosa è andata male”, ha ammesso il prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa che si è recata personalmente a Ravanusa.

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