Interrogatorio di Montante: ecco le trascrizioni in cui parla di Catanzaro, Castaldo, Savatteri, Cavallaro…

Per chi ne avesse voglia, ecco alcuni passaggi relativi all’interrogatorio di Antonello Montante, svoltosi presso il Tribunale di Caltanissetta, risalente all’estate scorsa, con particolare riferimento alla ‘tragedia’ mediatico-giudiziaria consumatasi a Racalmuto, tra il 2010 ed il 2012, ed i cui protagonisti sono stati, tra gli altri, il giornalista  racalmutese Gaetano Savatteri, autore di un panegirico celebrativo su Montante e la sua famiglia, dal titolo ‘La volata di Calò’, ed il suo collega autoctono, Felice Cavallaro proposto, sempre dal Montante, candidato a sindaco di Racalmuto,  dopo che è stato fatto fuori, ingiustamente, l’allora primo cittadino del paese di Sciascia, Salvatore Petrotto. Il Petrotto fu scaraventato fuori dal municipio, a colpi di calunniose inchieste giudiziarie, culminate ovviamente tutte quante in delle archiviazioni ed assoluzioni. Al malcapitato Petrotto, reo di avere denunciato pubblicamente ed alle Autorità Giudiziarie, tutta una serie di illegalitá, riguardanti la pessima e devastante gestione del ciclo dei rifiuti e del servizio idrico integrato, ‘munnizza’ ed acqua cioè, pestando pesantemente i piedi agli strettisdimi amici confindustriali di Montante, gli fu riservata, come sono soliti fare in questi casi i falsi professionisti dell’antimafia, la più classica e vergognosa  gogna, studiata a tavolino, e comminata da una ben individuata categoria di donne ed uomini delle Istituzioni, più o meno deviate, di concerto con i soliti cani da guardia di una certa stampa ‘strana e nostrana’. Sempre secondo quanto riferito dal Montante, un altro soggetto su cui lui riponeva piena fiducia per tutte le faccende da sbrigare, a torto od a ragione, a colpi di denunce e querele, più o meno calunniose, era il suo ormai ex alter ego, Giuseppe Catanzaro, gestore assieme ai suoi fratelli, di una della quattro più grandi discariche private siciliane, sul cui capo pende, peraltro, una richiesta di rinvio a giudizio per associazione a delinquere, corruzione ed altro. Poi si è parlato della telefonata, risalente al luglio del 2016, intercettata tra Montante ed il decano dei giornalisti agrigentini, Franco Castaldo, finalizzata ad imbastire l’ennesima pesante campagna mediatico-giudiziaria contro l’ex sindaco Salvato Petrotto. Il tutto rientrava, ovviamente, all’interno della classica logica del ‘do ut des’, come verrà documentato, attraverso la trascrizione di alcune probanti intercettazioni, nel corso  delle prossime udienze del processo al ‘Sistema Montante’, compreso l’ultimo filone, ossia il cosiddetto ‘Montante bis’. Tali prove e riscontri verranno prodotti anche nell’ambito dei vari procedimenti penali, artatamente imbastiti ad Agrigento, che riguardano alcune strane querele che erano state probabilmente presentate, dagli appartenenti all’associazione a delinquere capeggiata da Antonello Montante, tutti quanti dediti all’attività di dossieraggio e spionaggio, con il precipuo scopo di tentare di sviare il corso delle pesantissime indagini a loro carico, che già a Caltanissetta sono culminate nelle prime altrettanto pesantissime condanne penali e civili.