“Messina Denaro non è in Sicilia”

“Matteo Messina Denaro non è in Sicilia”. E poi le complicità e gli interessi che ruotano intorno alla sua quasi trentennale latitanza. L’intervento di Saverio Lodato.

Saverio Lodato è giornalista e saggista, tra le firme più prestigiose su mafia e mafiosità in ambito nazionale. E’ di origine agrigentina, perché suo padre è di Canicattì. Ha iniziato a scrivere con lo storico quotidiano di Palermo, “L’Ora”, e poi con “L’Unità”. Forse non tutti ricordano che nel 1988 fu arrestato, insieme al collega di “Repubblica”, Attilio Bolzoni, per avere pubblicato le rivelazioni del pentito catanese, Antonino Calderone, violando il segreto istruttorio. Il reato fu cancellato dall’amnistia nel 1991. Saverio Lodato, tra l’altro, ha scritto un libro pietra miliare, “Ho ucciso Giovanni Falcone”, la confessione di Giovanni Brusca. Adesso, più di recente, Lodato insegue e traccia, con la penna sul foglio di carta, opere e peccati di Matteo Messina Denaro. E in occasione di un dibattito televisivo su “La 7”, ha offerto il proprio prezioso contributo, utile ad essere menzionato, sia per gli addetti che per i non addetti ai lavori. E sul perché della quasi trentennale latitanza del boss di Castelvetrano, Saverio Lodato è intervenuto così: “Si dice che Matteo Messina Denaro sia depositario dei documenti di Totò Riina, presi dalla villa che non fu perquisita dopo il suo arresto. Ma a quei documenti mai trovati si sono aggiunti i successivi. Perché la storia è andata avanti per 30 anni, ed è ancora oggi latitante. Lui è il depositario di tutti i segreti della stagione stragista italiana a cavallo di Capaci e via D’Amelio, e delle stragi del 1993 di Roma, Firenze e Milano. Ci sono sempre personaggi che sono in grado di traghettare l’organizzazione mafiosa in quelle situazioni in cui tutto sembra definitivamente perduto. Quante volte si pensava che la sconfitta della mafia fosse dietro l’angolo? E invece c’è sempre un latitante. E una volta che sarà preso Messina Denaro ci sarà qualcuno che ne avrà preso il posto”. E poi, in riferimento alla blindatura della latitanza del capomafia, Saverio Lodato ha commentato: “E’ impensabile al giorno d’oggi che possa mantenersi una latitanza del genere in assenza di complicità rispetto alla mafia da parte di apparati delle istituzioni dello Stato, di alti vertici delle Polizie e delle Armi che ci sono in questo Paese. Matteo Messina Denaro non è in Sicilia, anche se molti ritengono che lui non si allontani dal suo territorio nel Trapanese. Ci sono state tante operazioni, hanno fatto terra bruciata attorno, colpendo parenti, amici, compagni. Magari può godere della protezione di qualche Stato straniero poco propenso a collaborare con l’Italia, o con cui collabora qualche pezzo dell’Italia che ha sempre remato contro”.

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