Ciclone giudiziario sull’Azienda Siciliana Trasporti

Operazione della Guardia di Finanza e della Procura di Palermo. Arrestato ai domiciliari il direttore dell’Azienda Siciliana Trasporti. Altre 8 misure cautelari. Sedici gli indagati. I dettagli.

E’ bufera sull’Azienda Siciliana Trasporti, società interamente partecipata dalla Regione Siciliana, che si occupa del trasporto pubblico locale, sia urbano che extraurbano. La Guardia di Finanza di Palermo ha eseguito 9 misure cautelari a carico di altrettanti indagati, a vario titolo, di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica in atto pubblico, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata a danno dello Stato. Uno è ristretto ai domiciliari, ed è il direttore generale dell’Azienda Siciliana Trasporti, Andrea Ugo Enrico Fiduccia, 71 anni. Agli altri otto è stata imposta o la sospensione dal servizio o il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione. Complessivamente gli indagati sono 16. L’operazione è stata battezzata “Gomme lisce”, alludendo al trasporto su strada. I vertici aziendali avrebbero favorito alcune imprese a danno di altri possibili fornitori, turbando diverse procedure di appalto come l’acquisto di pneumatici, l’approvvigionamento di autobus aziendali, e l’affidamento di incarichi. Il direttore Fiduccia è indagato di corruzione per avere conferito in modo non legittimo l’incarico di revisore contabile ad un professionista, il quale, in cambio, avrebbe omesso le irregolarità contabili attestando come legittimi i bilanci della società pubblica. E ancora il direttore, in cambio della promessa dell’assunzione di propri familiari, avrebbe ritagliato su misura ad una compagnia aerea una gara per la fornitura di servizi del valore di 2milioni e 150mila euro. Poi sono contestate alcune ipotesi di reato di truffa. Una a danno della stessa Azienda Siciliana Trasporti sul servizio di bigliettazione elettronica, del valore di 3 milioni e 200mila euro, perpetrata tramite documenti falsi per simulare il possesso dei requisiti previsti nel bando. E un’altra sull’assunzione dei lavoratori a tempo determinato da parte di un’Agenzia di lavoro interinale, che si è aggiudicata l’appalto per 6 milioni di euro, perché le assunzioni sarebbero state influenzate da logiche di natura politica piuttosto che dalle effettive necessità aziendali. In riferimento alle misure interdittive nel dettaglio, l’interdizione dal pubblico ufficio per 12 mesi è stata disposta per Carmelo Gaetano Tafuri, 51 anni, ex presidente del Consiglio di amministrazione dell’Ast, per Felice Maria Genovese, 53 anni, revisore contabile del bilancio Ast, e per Giuseppe Carollo, 62 anni, componente dell’Ufficio legale e affari generali dell’Ast. Poi, il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per 12 mesi è stato disposto per Alessio Porzi, 62 anni, indicato come effettivo amministratore della società Porzimark srl di Cannara, in provincia di Perugia, che si occupa della vendita di bus e minibus nuovi e usati. Poi per Alberto Carrotta, 68 anni, ritenuto amministratore effettivo della società Officine del turismo srl poi ALC 14 srl di Palermo, che è specializzata in sistemi di biglietteria elettronica. Poi per Massimo Albanese, 46 anni, referente della stessa società ALC 14 srl. Poi per Mario Salbitani, 37 anni, referente della società IN.HR. Agenzia per il lavoro srl di Potenza. E per Giuseppe Telesca, 46 anni, referente della stessa Agenzia per il lavoro. Il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, il generale Antonio Nicola Quintavalle Cecere, commenta: “Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Palermo e coordinate dalla locale Procura della Repubblica hanno consentito di far emergere numerose ipotesi di reato a carico dei vertici aziendali di una società per azioni interamente partecipata dalla Regione Sicilia e di alcuni imprenditori compiacenti. In particolare, gli investigatori del nucleo di polizia economico – finanziaria di Palermo, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese negli uffici degli indagati, servizi di pedinamento, complessa analisi di documentazione contabile e bancaria, hanno ricostruito un articolato sistema illecito volto a consentire – grazie anche a condotte corruttive – ad imprenditori collusi l’aggiudicazione di alcune gare di appalto indette nel 2020, per un valore complessivo pari ad oltre 10 milioni di euro”.

teleacras angelo ruoppolo