Castelvetrano e quelle ombre scure sulle mancate inchieste

La mafia di Castelvetrano ha origini lontane.  Già prima della seconda guerra mondiale era molto radicata nel territorio. Non è esagerato definire questo tipo di mafia, di alto livello e capace di dialogare con i palazzi del potere.

Diverse famiglie  locali hanno fatto affari e “toccato” con le mani la mafia ,i  soldi e il potere. Un sistema davvero originale di far soldi senza usare l’arcaico metodo del pizzo. Un metodo che ha consentito al sodalizio mafioso di far crescere il suo potere in varie direzioni. Un potere che ha saputo intrattenere sempre “buoni” rapporti con il potere statale e anche burocratico. La responsabilità di tutto questo non può ricadere solo sulla comunità castelvetranese. Troppo comodo. Ci sono responsabilità anche da parte di chi ha indagato nel corso degli anni. Troppo spazio è stato concesso alla famiglia Messina Denaro  e a chi ha fatto nutriti affari con loro.  Don Ciccio e suo figlio fino al 1993 agivano in piena libertà e con la protezione anche di pezzi dello Stato.

Questi “signori” hanno distrutto una città l’hanno saccheggiata in lungo e in largo e qualcuno si gode ancora i frutti senza essere  stato mai toccato dalle inchieste

Sono tanti quelli che, dal dopoguerra in poi, hanno stretto rapporti con  la famiglia mafiosa locale, nei posti di potere . In quei luoghi dove si rilasciavano licenze, autorizzazioni varie  o si concedevano contributi o prestiti agevolati, si sono consumati reati mai visti da certi magistrati. Per decenni a Castelvetrano  tutto è  stato consentito.

Perchè?

Perche?  Già, perchè, nessuna procura, ha mai indagato sul maxi contenzioso nei confronti della Saiseb che è costato ai castelvetranesi oltre 5 milioni di Euro? Perchè non si è mai indagato  su altri contenziosi milionari  a carico dell’Ente facendo arrivare tanti soldini a famiglie altolocate? In una società privata chi genera simili danni come minimo viene licenziato.

Sulle lottizzazioni urbanistiche che hanno fatto arricchire alcuni nuclei familiari locali, perchè non si fatta  mai piena luce?  Perchè nei libri d’antimafia si romanzano tante cose, anche non vere, e non si parla delle grandi speculazioni fatte a Castelvetrano tra gli anni 80 e gli anni 2000?

Perchè non si è mai indagato sulle false 488 , su aziende fatte con soldi pubblici e poi fallite e sull’assegnazione di  certi capannoni dell’area Strasatto? Perchè i Pm antimafia non hanno  mai messo le mani su come è stato fatto il piano regolatore e su chi se ne  realmente avvantaggiato? Perchè il comune è stato sciolto per mafia  e nessuno è sotto inchiesta? Perchè nessun magistrato ha mai indagato sui milioni di euro buttati negli anni, per sistemare il porticciolo di Marinella?

Perchè si è “guardato” solo all’ex sindaco Errante che ha governato con gli amici di Lo Sciuto nel periodo 2015 -2017 e hanno chiuso gli occhi sugli anni precedenti ? Perchè la magistratura sugli anni precedenti al periodo Errante, è stata ferma ,nonostante  le inchieste di mafia , i tanti articoli  e  i vari esposti ? 

Perchè il comune è fallito e nessun burocrate  ha pagato il conto?

Certi articoli e libri di recente uscita,  fanno intendere come se, Errante ex sindaco,  avesse tutte  le responsabilità del disastro del comune. Falso.   La sua parte di responsabilità non può mai superare quella di chi ha fatto il bello ed il cattivo tempo in questa martoriata città, ormai senza speranza proprio perchè, la giustizia, è stata spesso cieca o strabica. Il danno viene da lontano. Strano che certi scrittori di  libri dimenticano alcune stagioni storiche di malaffare. Sembra anche questo un modo per depistare. Un modo per salvare il culo a qualcuno e fottere altri. Un comune non fallisce  nel giro di un solo mandato. I debiti , ad esempio , erano già tanti nel 2012.

La cuccagna dei terreni  edificabili facili

Un esempio: avevi un terreno che non valeva nulla? Semplice. Bastava avere il “giusto amico” dentro il palazzo e te lo trasformavano in edificabile. All’improvviso tutto cambiava e soldi a palate. Quale pizzo. Solo i cretini chiedono il pizzo. E’ stato  mai verificato se tutti questi lottizzatori hanno pagato le tasse al comune? E’ stato mai  visto se hanno rispettato tutto? Solo i poveracci usano i mezzucci del pizzo. A Castelvetrano si giocava grosso. Il pizzo aveva conosciuto una iperbolica evoluzione. I commercianti non venivano disturbati. Anzi, dovevano stare tranquilli. C’erano altri sistemi per fare soldi. Al massimo certi personaggi entravano nelle società che dovevano avere fatturati alti. I morti di fame dovevano fare solo il lavoro sporco. Strano che gli inquirenti, nel corso degli anni, non abbiamo messo il naso in qualche studio notarile o di altro genere legato alla gestione di beni
C’era da lottizzare e costruire. Il fondo senza pozzo dei soldi del terremoto doveva trovare sfogo. C’era da depredare il Parco di Selinunte  con le sue opere archeologiche , di chiudere gli occhi sulle 8 mila case abusive di Triscina dove la mafia  degli anni  80 e 90 con la sabbia , il ferro e il cemento guadagnò barcate di denaro. Tutti potevano costruire. Tutti potevano far diventare realtà il sogno della casa al mare. Molti emigrati lo realizzarono. Tanto i soldi alla mafia in qualche modo arrivavano. I muratori dovevano solo rispettare le aziende dove acquistare le materie prime. Poi ci fu la sanatoria e anche in questo caso i tecnici più potenti si fecero valere. Sanatorie forse anche farlocche ma i Pm dormivano
Per anni “la rina ” di Triscina fu una gallina dalle uova d’oro. Alcuni personaggi si arricchirono. Montagne di sabbia= montagne di soldi. Hanno distrutto un ambiente unico : quello delle dune naturali di Triscina. Bellissime. Tutto questo sotto gli occhi di poliziotti e carabinieri. Anche la politica di quel tempo si diede da fare. Dicevano ai cittadini abusivi  : “un ti preoccupari un ti noci nuddu, poi voti pi mia e mi fa un regalo”. Questo “silenzio- assenso” era ritorno di voti a palate. Insomma, Triscina dava da mangiare a tutti. Dal 1970 e fino agli anni 90 Triscina fu la “Fiat” di Castelvetrano. A questo giro d’affari, va aggiunto il furto continuo di opere archeologiche di “Timpone nero”  e di tutti i reperti trovati occasionalmente da chi scavava nella sabbia per uso edilizio nei pressi della zona archeologica. Di queste numerose “truvature a botta di culo non è facile avere notizie. Forse qualcuno , più giovane in quegli anni e ancora in vita, ci potrebbe aiutare. Peccato. Un patrimonio culturale dilaniato. La lista delle cose poco chiare è lunga.
Ancora aspettiamo di capire chi concedeva licenze e autorizzazioni a Giuseppe Grigoli per i centri commerciali e supermercati. Ancora non sappiamo chi dentro il comune  almeno fino al 2006 prendeva ordini da Filippo Guttadauro socio occulto di Grigoli. Grigoli  è corretto ricordarlo , fece pure il “palazzinaro”. Si mise a costruire case. Nessuno gli impedì di costruire. Chi lo aiutava dentro il comune? Tutti erano ignari. Tutti sono stati salvati dalle procure vista l’assenza d’inchieste mirate. Megio fare fumo e scrivere libri inesatti

Da non dimenticare  tra la varie stranezze , la gestione dell’acqua per decenni data ad una cooperativa che ha fatto quello che voleva sotto la spinta politica e forse di altri, la “super strada” della Fenice di Selinunte , una strada costata miliardi delle vecchie lire , oggi abbandonata. l’acquisto  della Saica  avvenuto nel 1998 , il mancato acquisto di Palazzo Pignatelli  e la vergognosa scelta di costruire il nuovo comune  indebitando l’ente.

La strada inutile e le aree urbane per alberghi e villette al mare a  Selinunte

Alcune indagini dei Carabinieri evidenziarono forti  interessi in quella zona di palermitani  in odor di mafia e vicini ai corleonesi, venuti a comprare terreni negli anni 70 . Qualche anno dopo , stranamente, in quelle zone vennero autorizzate varie costruzioni alberghiere e residenziali. I Carabinieri accertarono che molti terreni finirono nelle mani di mafiosi.  La relazione investigativa finirà nei cassetti  senza sviluppi. Ancora una volta ettari di terreno agricolo, “per virtù dello spirito santo” , diventarono edificabili. Fecero in modo che si potesse costruire ovunque . Tutto accadeva sotto l’assordante silenzio delle procure. Potevano i Messina Denaro non interessarsi a tutto questo?  I soldi sono alla base  del loro potere.  E’ presumibile che anche loro  dessero l’ok. Uno “OK” lo dava il comune e l’altro “Lu zu Ciccio” . Battute a parte è molto grave ce nessuno ha mai aperto un’inchiesta .Evidentemente  anche in questo caso la giustizia è rimasta a dormire per poi svegliarsi nel 2017