Castelvetrano 1992: la fine del potere DC e inizio del “bongiornismo”/1

Continuiamo a pubblicare sull’anno 1992 e periodi successivi.

Lo facciamo per  i tanti giovani cittadini che non possono conoscere i fatti di allora. Lo facciamo anche per dare ai nuovi politici, poco esperti e spesso abbindolati da abili ciarlatani , di sapere un pò di storia vera  di Castelvetrano. I libri scritti su “suggerimento”  di alcuni Pm incazzati spesso, offendono la verità. Forse anche volutamente

Correva l’anno 1992.  Mentre i Messina Denaro tramavano con misteriosi colletti bianchi misure stragiste  a Castelvetrano crollava tutto

  Le ricerche storiche, serie, documentate e non strumentalizzate da appartenenze politiche e giudiziarie “de noi altri” , dimostrano con ampi riscontri che, Castelvetrano, non è stata  mai una  città qualsiasi . La storia ci dice  che in  questa piccola  città, si è formata ed affermata, una classe dirigente spesso capace di manipolare i mafiosi ignoranti  o con la quinta elementare , capaci solo di violenze e omicidi, e di gestire episodi di potere molto perniciosi.  I misteri sono numerosi: dalla visita del presidente USA del 1943 , al caso Giuliano. In pochi, ad esempio, ricordano la strage del 1921, primo caso di complotto tra alti borghesi, mafia e politici.  Morirono ammazzate 10 persone.

Era l’8 maggio 1921 ,durante il comizio di un candidato socialista ,si spara tra la gente. Il fascismo era alle porte e i latifondisti del trapanese e di Castelvetrano in particolare, temevano il caos, per le forti tensioni operaie. Il conflitto, che si svolse davanti alle Forze dell’Ordine Secondo alcuni documenti storici, alla strage, parteciparono diversi mafiosi chiamati alle armi dai padroni

Latifondisti, illustri professionisti e diversi imprenditori seppero pure usare la mafia per definire accordi di potere e di spartizione economica nel territorio. La massoneria e i circoli luoghi di relazione 

 

La città, tuttavia,  nel suo tessuto non è stata  sempre facilmente   penetrabile da questo sistema . Grazie  alla ferrovia che assicurava  lavoro , molti castelvetranese riuscivano ad  affrancarsi dal bisogno. Nei periodi più fecondi ,  la stazione dava 1000 posti di lavoro.  Castelvetrano è stato uno snodo ferroviario importante. Le “FS” erano la Fiat del territorio. Il sistema di potere degli anni 80 non si oppose al ridimensionamento e tutto andò in rovina. Fecero chiudere pure la linea turistica per Selinunte

Con l’avvento dei Messina Denaro, avviene l’evoluzione della specie. Con loro , i mafiosi con la coppola, arrivano a sedersi al tavolo degli affari e delle spartizioni. Vengono a  sapere  tanti segreti e frequentano  circoli e salotti.  Filippo Guttadauro era l’uomo delle relazioni speciali. Don Ciccio, mafioso “spertu” conquista la fiducia dell’alta borghesia. Quella dei comitati d’affari che ha praticamente messo le mani su  ogni cosa portasse tanti soldi nelle tasche di politici, borghesi d’alto rango e ovviamente mafiosi, con l’occulta complicità di procure compiacenti . Fino al 1992 il sistema controllava tutto .

Appalti, posti di lavoro, raccomandazioni per laurearsi, per avere un prestito o per non fare il militare. Se volevi ottenevi.  Molti castelvetranesi, anche quelli che “si la toccanu cu la pezza”  sui social ,chiesero ed ottennero. Potremmo citarli i “famosi raccomandati” stretti parenti e amici di gente poi finita anche in carcere. Ognuno di loro, nella coscienza, lo sa come ha trovato lavoro o si è laureato. Il merito al comune di Castelvetrano era una barzelletta. Tanti di “loro”  ancora non sono in pensione .  Le Procure? Assenti

 Il consenso si costruiva con i favori e le raccomandazioni. Scambio elettorale sistem

Diversi “moralisti” di FB dimenticano come sono entrati al comune, alla provincia, , in banca o all’ospedale. Fino al 1992 tutto fu clientela. Poi tutto crolla o “diciamo” cambia. L’operazione Palma , le stragi e le dimissioni dei consiglieri dell’estate 1992 sanciscono la fine di quel periodo.

Tutto è da cambiare   ma  cambierà davvero?  1993 :inizia il “bongiornismo”

Dopo le dimissioni di Gianni Pompeo da sindaco, il 1992 conosce l’ennesimo commissariamento per il comune di Castelvetrano. Si torna alle urne nel maggio 1993. Anno storico per la politica. Alla Regione Siciliana , l’on. Massimo Grillo fa approvare una legge che prevede l’elezione diretta del sindaco. Un punto cruciale per la politica locale. Stop ai  sindaci eletti dai consiglieri. Basta alle imboscate delle correnti. A Castelvetrano verrà eletto il giovane avvocato, Beppe Bongiorno. Giovane d’ età, aveva solo 42 anni , ma con diversi anni di consiglio comunale  alle spalle. Bongiorno, missino puro sangue, formatosi alla scuola di Giorgio Almirante, dopo anni di opposizione, diventa primo cittadino con la lista civica “Alleanza Cittadina”, dopo un deludente passaggio alla “Rete di Leoluca Orlando. Bongiorno si era dimesso da consigliere prima del fatti del 92. Si dimise per essere candidato alla Camera con la “Rete”. Venne trombato da Gaspare Nuccio ex Democrazia Proletaria diventato fedelissimo di Orlando. Bongiorno, aveva capito che i partiti tradizionali erano alla frutta. Anche il suo stava per chiudere. Insieme ad un gruppo di intellettuali e professionisti crea “Alleanza Cittadina” mettendo dentro i “migliori” ex PCI, DC, PSI e MSI. Un minestrone politico con i “migliori” di allora per salvare la città dal baratro.

Bongiorno vinse al ballottaggio contro l’avvocato comunista Pippo Piccione.. La mafia ebbe ruoli? Non lo sappiamo. Cosi non facciamo torto ai librai della pseudo legalità che vogliono leggere anche di sospetti a prescindere. In realtà Bongiorno , vince grazie alle cazzate della sinistra castelvetranese.  Bruciato il candidato democristiano , il defunto preside Leggio, punito dalla lotta posta dalla corrente guidata da Gianni Pompeo che voleva proporsi Lui stesso come primo cittadino  . Pompeo aveva ricevuto il veto che vietava ai consiglieri del 92  di ripresentarsi. Anche Lui faceva parte del vecchio consiglio. Una punizione che  rifiutò d’accettare. Fece ritirare i suoi amici  dalla lista. La Dc perse le elezioni anche se rimase sempre il primo partito con 17 consiglieri. Avevano ancora tante cambiali elettorali da incassare. Di questo episodio  e delle liste  , parleremo successivamente. Tornando al disastro della sinistra è opportuno ricordare cosa è accaduto.

Nel 1993, quasi tutti davano per vincente l’avv. Piccione , sostenuto dal nutrito gruppo dell’avvocato Giovanni Lentini socialista e da un PDS in crescita. Il danno  a Piccione non venne da mani mafiose. La storia dice altro. Lo fece  la strategia sbagliata . Il  defunto avvocato Elia di Rifondazione Comunista  spaccò il fronte  e si presentò come possibile sindaco fiaccando la forza di Piccione che  auspicava una sinistra unità per battere Bongiorno. Così non fu. La divisione costò cara ai comunisti. Al ballottaggio , si disse allora, Bongiorno prese il consenso anche da parte  delle  fazioni interne alla sinistra e anche democristiane. Si disse che anche Pompeo lo fece votare. Il cambiamento era arrivato. I castelvetranesi avevano un sindaco non democristiano. Il giorno della vittoria, nel giugno del 1993, Beppe Bongiorno fece il giro della città con la banda  e diversi dirigenti della vecchia guardia a seguito.  Musica e sorrisi  non facevano trapelare  eventuali tensioni  e cosa attendeva il neo sindaco al comune con tutti gli impiegati “figli” della vecchia classe dirigente. I politici erano nuovi o forse lavati con Perlana, il resto era  certamente vecchio, anzi molto vecchio.

continua

 

Fonte: Documenti, Blog web, testimonianze

Ma’At