Sicilia, caos Camere di Commercio

Sospeso il decreto di nomina dei Commissari delle nuove Camere di Commercio in Sicilia. La reazione dei ricorrenti, di ConfCommercio e ConfEsercenti.

In Sicilia è stata modificata radicalmente la geografia delle Camere di Commercio. Diversamente da quanto previsto nel progetto iniziale, la maxi Camera di Commercio del Sud Est Sicilia, o Sicilia Sud Orientale, è stata “spacchettata”. Da una parte vi è solo la Camera di Commercio di Catania. Dall’altra parte, invece, le Camere di Commercio di Siracusa e Ragusa sono adesso parte di una maxi Camera di Commercio a cinque, che comprende anche Trapani, Agrigento e Caltanissetta. Il Ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha già firmato i decreti di nomina dei Commissari delle Camere di Commercio siciliane, che sono state riformate con il voto di un’ampia maggioranza in Parlamento. Dunque Massimo Conigliaro, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Siracusa, è il commissario della Camera di Commercio di Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Siracusa e Ragusa. E Giuseppe Giuffrida, dell’Ordine dei Commercialisti di Catania, è a capo della Camera di Commercio di Catania. E invece no. Infatti: adesso è accaduto che il Tar ha accolto un ricorso che come primo effetto ha sospeso il decreto di Giorgetti di nomina dei commissari. E ciò perché – secondo il Tar – i commissari sono stati nominati prima che fossero istituite le due nuove Camere di Commercio. E il deputato regionale del Partito Democratico, Nello Dipasquale, tra i promotori del ricorso, commenta: “Pertanto, in attesa della sentenza di merito il prossimo 12 maggio, si ritorna alla situazione precedente, ed è momentaneamente bloccato questo obbrobrio della Camera di Commercio unica per cinque province. Questa novità mette ora i territori e la politica nelle condizioni di poter ragionare meglio e più intelligentemente sul da farsi, avendo tra gli obiettivi l’istituzione della quinta Camera di Commercio e mettendo da parte, almeno per ora, questa ipotesi aberrante della Camera unica per cinque province. Si riparta, dunque, dal quadro precedente rimettendo al centro il confronto tra territori e istituzioni ad ogni livello, e mettendo in primo piano le necessità delle aziende e il tessuto produttivo di ogni provincia”. Condivide e rilancia ConfCommercio Sicilia, che commenta: “E’ un risultato che, naturalmente, è il frutto dei ricorsi che hanno per matrice i componenti della nostra organizzazione di categoria. Questa sospensiva è una lezione severa nei confronti di quella politica arrogante e per nulla sensibile, dedita ad altro più che al bene comune, sicuramente non interessata ad ascoltare la viva voce delle imprese e delle organizzazioni che le rappresentano. Al di là di come andrà a finire, sembra evidente che i ricorsi erano una cosa che andava fatta, segnale chiarissimo di lotta democratica, buonsenso e lungimiranza sociale, imprenditoriale e territoriale”. E il presidente di ConfEsercenti Sicilia, l’agrigentino Vittorio Messina, aggiunge: “Da lungo tempo ormai il sistema camerale siciliano si trova in una posizione di stallo tra carte bollate, tattiche politiche e silenzi assordanti della Regione. L’approssimarsi della campagna elettorale probabilmente renderà ancora più defilato il ruolo del governo regionale e dell’assessore regionale alle Attività produttive. Ma è opportuno ricordare che gli operatori economici, che con grandi sacrifici cercano di resistere alle intemperie di una crisi che si alimenta di diversi fattori contingenti e strutturali, meritano più attenzione e rispetto. Il presidente Musumeci e l’assessore Turano battano un colpo e dimostrino di tutelare gli interessi della Regione e assumano la responsabilità di pronunciarsi in merito ad una visione che disegni un sistema camerale siciliano che corrisponda realmente alla vocazione e alla dislocazione delle varie aree territoriali. Proprio le imminenti elezioni dovrebbero consigliare a Musumeci e Turano di superare il loro silenzio, perchè gli imprenditori anche loro fanno parte del corpo elettorale. E’ probabile che nelle urne esprimeranno un giudizio sulla vicenda e attraverso il voto la loro voce si farà sentire”.

teleacras angelo ruoppolo